Dasvidania, compagno Bitcoin
GIULIANOVA (TE) – SEC ha rimandato tutte le domande per gli ETF Bitcoin Spot, come prevedibile. L’agenzia di Gary Gensler ha bisogno di più tempo per l’inevitabile – la cosa comincia a sembrare ridicola anche a giganti come JP Morgan.
Non essendo però di quelle persone volgari che pensano solo a denari e Lamborghini, cercheremo di occuparci di 4 notizie più interessanti e più romantiche sul destino di Bitcoin e di ciò che gli gira intorno.
SINGAPORE – A Singapore c’è un nuovo presidente. Si chiama Tharman Shanmugaratnam e non ha una grande opinione di Bitcoin. Chissenefrega? Assolutamente nessuno. E vi spiego perché.
Tharman Shanmugaratnam, pur vicino agli economisti socialisti durante gli studi a Cambridge, con il tempo e tornato in patria si è spostato su posizioni più da laissez-faire. Una manna dal cielo. Perché? Perché pur ritenendo Bitcoin soltanto un asset ad alto rischio, non penserebbe mai di proibirlo. Sì, Bitcoin è nato bla bla per essere bla bla resistente bla bla. Ma non doversi nascondere nelle catacombe come i paleocristiani è comunque, almeno ad avviso di chi vi scrive, una buona cosa.
BRASILIA – Ti ricordi Ronaldinho? Bene. È finito in uno scam crypto che utilizzava il suo volto per pubblicizzare il più classico degli schemi piramidali. Lui dice di non avere alcun tipo di rapporto con lo scam, se non un accordo di sponsorizzazione per delle magliette che ha firmato tempo fa e interrotto a ottobre 2022.
Sarà vero? L’asso brasiliano ha cercato di arrotondare? Lo scopriremo solo vivendo. La cosa in Brasile ha scomodato addirittura commissioni parlamentari. Bonus e applausi a Ronaldinho che ha saltato i primi due interrogatori per il maltempo che gli avrebbe proibito di raggiungere la sede della commissione.
CELEBRISTAN – Nic Carter dice nel podcast di Blockworks che Tether non durerà altri tre anni. Paolo Ardoino risponde per le rime. Che bear market sarebbe senza il solito allarme sullo stablecoin più diffuso al mondo?
Tether non durerà tre anni? Chissà. Magari non dureremo neanche noi tre anni. Sta di fatto che Tether è forse l’unica crypto la cui morte è stata annunciata più volte di quella di Bitcoin.
RUSSIA – Gli exchange tentano la fuga dalla Russia. Le pressioni USA sono diventate tali da far abbandonare in fretta e furia il mercato di Mosca anche ad exchange che non hanno sede negli USA.
Ne sono scappati diversi ai primi colpi di tosse di Washington. No, non è una guerra che sono disposti a combattere. I russi si dovranno arrangiare altrimenti.
Rimaniamo in Russia perché poco più di una settimana fa ho coperto una storia molto curiosa sul Magazine di Criptovaluta.it®.
L’antefatto è questo: le autorità di Mosca, dopo aver stampato rubli a profusione per sostenere la guerra, hanno ben pensato di imporre limiti – per quanto blandi – all’export di valuta estera. Dato che di valuta pregiata, dopo le sanzioni, se ne trovava sempre meno, per sostenere la valuta interna hanno imposto limiti alle aziende e anche ai privati.
Siccome il denaro è però una cosa meravigliosa che trova sempre un pertugio anche nelle più solide muraglie, i russi si sono arrangiati anche aiutandosi con Tether e Bitcoin – e con la complicità di money transfer che ci hanno messo non poco ad adeguarsi alle direttive tanto di Mosca quanto di Washington.
Il giochino è il seguente: inviare rubli a Istanbul, che vengono poi convertiti in Tether o Bitcoin e rispediti in Russia. Il tutto in cambio di laute commissioni, che vanno a coprire i costi dei passaporti e dei documenti dei prestanome, dei cambiavalute e di chi si presta al gioco a Istanbul.
In molti non dormiranno la notte pensando a Bitcoin come strumento per aggirare sanzioni e leggi. Chi lo ama nel profondo non potrà che rallegrarsene. Davanti a norme demenziali e violente come il controllo del denaro dei cittadini, essere strumento di libertà è motivo di orgoglio. Sia per Bitcoin, sia per chi ne sostiene l’esistenza e la bontà.
I russi devono pagare collegialmente le colpe del proprio governo? Spiace, ci sono Bitcoin e Tether che permettono di aggirare tali norme. Norme tanto facili da aggirare che anche la governatrice della Banca Centrale di Mosca è contro un ulteriore inasprimento.
Se Bitcoin ha una responsabilità, non ci resta che fargli un applauso. E di farlo anche a Tether.