Nuove Accuse del WSJ: “l’Iran Finanzia Hamas Utilizzando Bitcoin”

Hamas e Bitcoin

Il Wall Street Journal ha pubblicato ieri un articolo che afferma che l’Iran finanzia Hamas attraverso bitcoin e altre criptovalute. Secondo quanto riportato, l’uccisione di un comandante di Hamas da parte di Israele nel 2019 ha portato a un cambio di strategia da parte di Hamas, che avrebbe iniziato a utilizzare le criptovalute per ricevere finanziamenti dall’Iran.

Le accuse nel dettaglio

Zuhair Shamlakh, imprenditore palestinese che e’ andato a sostituire il comandante, avrebbe modificato il sistema di trasferimento di fondi di Hamas passando alle valute digitali.

Le accuse principali affermano che gli exchange di criptovalute a Gaza avrebbero inviato sempre più bitcoin a operatori esteri per regolare i bilanci delle reti hawala, un sistema informale di trasferimento di denaro utilizzato da Hamas. I funzionari israeliani citati dal WSJ sostengono che i fondi inviati agli exchange controllati da Hamas potrebbero essere convertiti in contanti nei loro uffici nella Striscia di Gaza.

Le autorità israeliane affermano di aver emesso sette ordini per sequestrare fondi criptati detenuti da tre di questi exchange a Gaza dal 2021. L’analisi della società di software BitOK rivela che i portafogli digitali collegati a questi ordini avrebbero ricevuto $41 milioni in cripto.

Gli ufficiali del National Bureau for Counter-Terror Financing israeliano (NBCTF) affermano che gran parte dei fondi ricevuti dagli exchange di Gaza erano destinati a Hamas, citando informazioni di intelligence israeliane che vanno oltre l’analisi della blockchain. Tuttavia, la questione chiave è se questa metodologia sia veramente imparziale o se possa essere influenzata da un punto di vista politico.

Alcuni degli exchange coinvolti sembrano essere attività legittime, offrendo trasferimenti internazionali di denaro come le rimesse. Gli ufficiali del NBCTF sostengono che ciò avviene per offuscare le attività finanziarie di gruppi islamisti, ma la proporzione di denaro destinato a Hamas attraverso questi exchange è oggetto di dibattito.

Seppure il WSJ riporta di aver richiesto un commento alle autorita’ iraniane e palestinesi, l’articolo del WSJ si basa in parte su affermazioni delle autorità israeliane. Il che, solleva interrogativi sulla completezza e oggettività delle informazioni, come abbiamo già riportato in passato.

L’Iran finanzia Hamas davvero utilizzando Bitcoin?

La questione cruciale è se le criptovalute siano veramente diventate “parte essenziale” delle attività operative di Hamas, come sembra affermare un funzionario del NBCTF. La comunità internazionale è ora chiamata a valutare la validità delle accuse del WSJ, poiché l’uso delle criptovalute da parte di gruppi come Hamas intensifica l’attenzione sul settore e su Bitcoin.

L’articolo del WSJ solleva domande sulla possibilità di prevenire l’uso delle criptovalute da parte di gruppi militanti per finanziare le loro operazioni. Secondo quanto riportato, mentre le transazioni sono visibili sui registri blockchain pubblici, la debolezza dei controlli di conformità su molte piattaforme estere può facilitare l’anonimato.

Giornalismo di parte?

Queste nuove accuse del WSJ sollevano dubbi sulla metodologia utilizzata nel dire che l’Iran finanzia Hamas attraverso bitcoin. È essenziale un’analisi critica delle fonti e delle dichiarazioni delle autorità coinvolte per ottenere una comprensione accurata della situazione, evitando di assumere automaticamente la veridicità delle accuse presentate. Una cosa è certa: in passato ne’ il WSJ ne’ la maggior parte dei media mainstream si sono rivelati essere oggettivi ed imparziali riguardo notizie su bitcoin. Queste nuove accuse potrebbero benissimo essere l’ennesimo attacco per creare clamore mediatico e scatenare le ire dei politici come Elizabeth Warren.

Potrebbe arrivare una correzione tra un mese. In piccolo. In fondo all’articolo. Quando ormai ci hanno già cliccato sopra tutti quanti.

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