Ragione vs Emozione in economia: Una risposta prasseologica

Questa pubblicazione è fruibile in:

versione audio (in inglese) narrata da Millian Quinteros

versione testuale in lingua spagnola

Tradotto dall’originale di Frank Shostak – pubblicato il 26 ott 2023

Iscriviti ora

Condividi Bitcoin in Italiano

Secondo un campo economico relativamente nuovo chiamato Economia Comportamentale (BE, Behavioral Economics, n.d.t.), lo stato emotivo di una persona, piuttosto che la ragione, influenza le sue decisioni economiche. Vernon Smith, l’economista BE che ha vinto il Nobel per l’economia, ha scritto:

Alle persone piace credere che un buon processo decisionale sia una conseguenza dell’uso della ragione e che qualsiasi influenza che le emozioni potrebbero avere sia antitetica alle buone decisioni. Ciò che non viene apprezzato da Mises e da altri che si basano sul primato della ragione nella teoria della scelta è il ruolo costruttivo che le emozioni svolgono nell’azione umana.

Il fatto che gli individui siano generalmente pazienti o impazienti determina la loro propensione a spendere o a risparmiare oggi, secondo BE. Se sono più pazienti, sono disposti a risparmiare di più.

Inoltre, una persona enpatica è più propensa a fare scelte altruistiche. Le persone impulsive sono più propense a essere impazienti e potrebbero non risparmiare per la pensione. Le persone intraprendenti sono più propense a correre rischi, compreso il gioco d’azzardo.

Le persone che non riescono a fare scelte basate su fatti reali avranno difficoltà a sostenere la propria vita e il proprio benessere. Secondo Ayn Rand, le emozioni non sono un mezzo valido per valutare la realtà:

Un’emozione in quanto tale non ci dice nulla sulla realtà, al di là del fatto che ci fa provare qualcosa. Senza un impegno spietatamente onesto all’introspezione – all’identificazione concettuale dei vostri stati interiori – non potrete scoprire che cosa sentite, che cosa suscita il sentimento e se il vostro sentimento è una risposta appropriata ai fatti della realtà, o una risposta sbagliata, o un’illusione viziosa prodotta da anni di autoinganno….

Una volta stabilito che un particolare strumento li farà stare meglio, gli individui devono costruirlo, e usano la ragione, non le emozioni. Usando la ragione, una persona può stabilire la relazione tra le cose e la loro idoneità a sostenere la sua vita. La ragione è quindi il mezzo di sopravvivenza dell’individuo. Se la ragione è la chiave per le scelte degli individui che sostengono la vita e il benessere, su cosa si basa la conclusione di BE secondo cui le azioni degli individui non sono razionali?

La ragione principale è l’assunto dell’economia mainstream secondo cui gli individui hanno scale di preferenze date. Ciò significa che gli individui non cambiano idea. Ma ha senso?

Esistono scale di preferenza?

Il quadro economico mainstream è presentato come se le scale di preferenze non cambiassero mai. La costanza delle preferenze degli individui è considerata dal quadro mainstream come una caratteristica importante della razionalità. Tuttavia, le persone cambiano idea, per cui non sorprende che i professionisti del BE abbiano “scoperto” che le risposte delle persone reali si discostano sistematicamente da quelle della macchina umana, così come viene rappresentata dall’economia mainstream. Su questa base, gli studiosi di BE hanno sollevato dubbi sul fatto che gli individui agiscano razionalmente nell’esercizio delle loro scelte.

Sminuendo l’importanza della ragione umana, non sorprende che i praticanti del BE credano che le scelte degli individui siano guidate dalle emozioni. Una volta che l’importanza della ragione viene scartata, gli esseri umani vengono considerati come oggetti. Di conseguenza, l’azione umana non è guidata dalla ragione, ma da fattori esterni che agiscono sull’uomo. Attraverso un determinato stimolo, si possono quindi osservare le varie reazioni umane e trarre conclusioni sul mondo dell’economia. Secondo Mises, invece:

È impossibile descrivere qualsiasi azione umana se non si fa riferimento al significato che l’attore vede nello stimolo e al fine a cui mira la sua risposta.

Contrariamente al pensiero corrente, sia Ludwig von Mises che Murray Rothbard sostengono che le valutazioni non esistono di per sé, indipendentemente dalle cose da valutare. Pertanto, la cosiddetta scala delle preferenze presentata dagli economisti mainstream è inesistente.

Secondo Rothbard non ci può essere valutazione senza cose da valutare. Rothbard ha scritto che la valutazione è il risultato della mente che valuta le cose. È una relazione tra la mente e le cose che vengono valutate.

Quadro Misesiano delle scelte dei consumatori

Seguendo il quadro di pensiero di Mises, troviamo la caratteristica distintiva e il significato dell’azione umana. Ad esempio, si può osservare che gli individui sono impegnati in una varietà di attività come svolgere lavori manuali, guidare automobili, camminare per strada o cenare al ristorante. La caratteristica distintiva di queste attività è che hanno uno scopo.

Inoltre, possiamo stabilire il significato di queste attività. Così, il lavoro manuale può essere per alcune persone un mezzo per guadagnare denaro, che a sua volta permette loro di raggiungere vari obiettivi, come comprare cibo o vestiti. Cenare in un ristorante può essere un mezzo per stabilire relazioni d’affari. Guidare un’auto è un mezzo per raggiungere una determinata destinazione.

Gli individui operano all’interno di un quadro di mezzi e fini, utilizzando i mezzi per raggiungerli. L’uso di mezzi per raggiungere un fine implica che gli individui lo facciano consapevolmente. Di conseguenza, possiamo anche stabilire che le azioni umane non sono solo finalizzate, ma anche consapevoli. L’economista Vernon Smith, tuttavia, rifiuta l’idea che le azioni umane siano consapevoli e mirate.

Smith scrisse:

Egli (Mises) vuole affermare che l’azione umana è consapevolmente intenzionale. Ma questa non è una condizione necessaria per il suo sistema. I mercati sono là fuori a fare le loro cose, indipendentemente dal fatto che la molla dell’azione umana implichi o meno una scelta deliberativa consapevole. Egli sottovaluta ampiamente il funzionamento dei processi mentali inconsci. La maggior parte di ciò che sappiamo non ricordiamo di averlo appreso, né il processo di apprendimento è accessibile alla nostra esperienza cosciente – la mente………Anche i problemi decisionali importanti che affrontiamo sono elaborati dal cervello al di sotto dell’accessibilità cosciente.

Suggeriamo che chi obietta che l’azione umana è intenzionale e cosciente si contraddice, perché è impegnato in un’azione intenzionale e cosciente per sostenere che le azioni umane non sono coscienti e intenzionali.

Mezzi e fini e scelte dei consumatori

Nel framework di Mises della ragione dell’azione consapevole e intenzionale, gli individui valutano i mezzi a loro disposizione rispetto ai loro fini. I loro fini stabiliscono lo standard per la valutazione dei mezzi e, quindi, delle scelte. Scegliendo un particolare fine, si valutano i mezzi in base all’idoneità a raggiungere questo fine.

Ad esempio, se il mio obiettivo è fornire una buona istruzione a mio figlio, esplorerò diverse istituzioni educative e le valuterò in base alla qualità dell’istruzione che forniscono. Il mio standard per classificare queste istituzioni è il fine, che è quello di fornire a mio figlio una buona istruzione. Ciò si contrappone al quadro generale in cui le scelte degli individui sono determinate meccanicamente dalla scala delle preferenze.

Conclusioni

Dubitando che la ragione sia la principale facoltà che guida le azioni umane, l’economia comportamentale enfatizza l’importanza delle emozioni. I praticanti dell’economia comportamentale ritengono che il comportamento individuale non sia necessariamente razionale. Di conseguenza, hanno involontariamente gettato le basi per l’introduzione di controlli governativi per “proteggere” gli individui dal loro comportamento irrazionale. Inoltre, una volta accettato il fatto che le preferenze non sono fissate nella testa delle persone, non ha molto senso cercare di estrarre queste preferenze in laboratorio o tramite questionari.

Frank Shostak

Articolo originale: Read More