I Governi Spiano gli Utenti? Arriva la Conferma di Apple
Per tutti coloro che sono interessati alla privacy (anche all’infuori del mondo Bitcoin), vi sono aggiornamenti importanti, in quanto Apple avrebbe confermato: dei funzionari di alcuni governi spiano gli utenti tramite il monitoraggio delle notifiche push sul telefono.
Il senatore americano dell’Oregon Ron Wyden ha recentemente espresso la sua preoccupazione per le richieste di dati provenienti da funzionari stranieri a Google e Apple. Le richieste riguardano i metadati relativi alle notifiche push, ovvero informazioni come l’ora, la data, il tipo di notifica e l’app che l’ha inviata.
Wyden ha affermato che queste richieste rappresentano una minaccia per la privacy degli utenti, in quanto possono essere utilizzate per tracciare le loro attività e i loro spostamenti. Ha quindi chiesto al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di “abrogare o modificare qualsiasi politica” che ostacoli la discussione pubblica sullo spionaggio tramite notifiche push.
La dichiarazione di Apple: alcuni governi spiano i telefoni
In risposta alla lettera di Wyden, Apple ha dichiarato che la lettera ha fornito all’azienda l’opportunità di condividere con il pubblico maggiori dettagli sulle accuse secondo cui i governi spiano gli utenti.
L’azienda ha affermato che, in questo caso, il governo federale ha impedito all’azienda di condividere qualsiasi informazione. Tuttavia, ora che la questione è stata resa pubblica, Apple sta aggiornando i suoi rapporti sulla trasparenza per dettagliare questo tipo di richieste.
Si legge nella lettera che una fonte vicina alla questione avrebbe confermato che “sia le agenzie governative straniere che quelle statunitensi hanno chiesto ad Apple e Google metadati relativi alle notifiche push”. I dati sarebbero stati utilizzati per tentare di collegare utenti anonimi di app di messaggistica a specifici account Apple o Google.
Ma quali governi spiano sui nostri telefoni? La fonte non ha voluto rivelare quali governi stessero facendo le richieste di questi dati, ma li ha descritti come “democrazie alleate degli Stati Uniti”. Non si sa da quanto tempo le richieste siano in corso.
Apple consiglia agli sviluppatori di non includere dati sensibili nelle notifiche e di crittografare tutti i dati prima di aggiungerli al payload di una notifica.
All’inizio di quest’anno, lo sviluppatore francese David Libeau ha affermato che “gli utenti e gli sviluppatori spesso non sono consapevoli di come le loro app emettono dati ai giganti tecnologici statunitensi tramite le notifiche push, definendole “un incubo per la privacy“.
Cosa puoi fare per proteggere la tua privacy?
Ogni utente avrà un anonymity-set differente sulla base delle proprie esigenze. Tuttavia, vi sono degli accorgimenti che possono essere applicati per chiunque:
- Utilizzare software open source. Il software open source è generalmente più trasparente e rispettoso della privacy rispetto al software proprietario. Esiste un’ampia gamma di app open source disponibili per tutte le principali piattaforme, tra cui Android, iOS e Linux.
- Rimuovere i servizi Google dal proprio telefono. I telefoni de-Googled sono dispositivi che non includono il software di Google, come il Play Store, i servizi di Google e le app di Google. Ciò può aiutare a ridurre la quantità di dati che vengono raccolti da Google. Turtlecute ha creato un’ottima guida in italiano al riguardo.
- Cambiare le impostazioni sulla privacy. La maggior parte dei telefoni offre una serie di impostazioni sulla privacy che possono essere utilizzate per limitare la quantità di dati che vengono raccolti. Ad esempio, è possibile disattivare il tracciamento GPS, la condivisione della posizione e la cronologia delle ricerche.
- Anonimizzare le informazioni. È possibile anonimizzare le informazioni che vengono condivise online. Ad esempio, è possibile utilizzare un servizio VPN per nascondere il proprio indirizzo IP o un servizio di criptaggio per proteggere i propri dati. Inoltre, quando si compilano form online, e’ sempre possibile mascherare le proprie informazioni come il nome o l’indirizzo email.
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