In che modo gli ETF su Bitcoin potrebbero influire sul portafoglio d’investimento medio

 

 

da Cointelegraph

L’11 gennaio la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha approvato 11 exchange-traded fund (ETF) spot su Bitcoin, un traguardo che potrebbe avere un impatto significativo sull’investitore medio.

Gli ETF hanno fatto registrare volumi di scambi a otto cifre nei primi tre giorni di negoziazione. BlackRock e Fidelity hanno visto rapidamente afflussi da parte degli investitori, con l’iShares Bitcoin Trust di BlackRock che ora ha oltre $1 miliardo di asset in gestione.

Alcuni degli afflussi provengono da investitori che sono passati da altri prodotti d’investimento in criptovalute, con il Grayscale Bitcoin Trust (GBTC) che ha fatto registrare oltre $1 miliardo di deflussi in pochi giorni. I sostenitori dell’ETF su Bitcoin ritengono che tali prodotti finanziari possano attirare ulteriori investitori, poiché consente loro di ottenere esposizione a BTC senza gestire le chiavi private.

BITCOIN COME STRUMENTO CONTRO L’INFLAZIONE

Lucas Kiely, chief investment officer di Yield App, ha dichiarato a Cointelegraph che gli ETF offrono agli investitori l’opportunità di aumentare la diversificazione del proprio portafoglio, poiché Bitcoin “può aiutare a distribuire il rischio e a diversificare il profilo di rendimento”.

Stefan Rust, AD dell’aggregatore indipendente di dati economici Truflation, ha dichiarato a Cointelegraph che vede Bitcoin come una delle migliori classi di asset da “acquistare per combattere l’inflazione” e che “ogni famiglia dovrebbe possedere Bitcoin”.

Rust ha aggiunto che l’inflazione è una “tassa nascosta sulla famiglia media” e ha superato la crescita economica, il che significa che il potere d’acquisto delle famiglie si sta erodendo. Ha affermato che negli ultimi tre anni gli Stati Uniti hanno registrato un tasso di inflazione del 22%, mentre il loro prodotto interno lordo è cresciuto di circa il 5-6% nello stesso periodo, il che significa che “la famiglia media ha visto la propria ricchezza diminuire di circa il 16% in termini reali”. Ha poi aggiunto:

In questo ambiente, Bitcoin è un buon bene rifugio. È un asset limitato e questa scarsità garantirà che il suo valore cresca insieme alla domanda, rendendola in definitiva una buona classe di asset per immagazzinare valore o addirittura aumentarlo.

Rust ha affermato che gli ETF su Bitcoin consentiranno una nuova suite di prodotti finanziari, poiché “ci saranno futures e collateralizzazione associati a questo ETF”. Gli investitori, ha aggiunto, potranno “scommettere sul prezzo dell’ETF tra sei o 12 mesi e acquistare coperture contro i suoi movimenti nello stesso periodo”.

Ha detto anche che alla fine sarà possibile “prendere in prestito o addirittura sottoscrivere un mutuo contro l’ETF su Bitcoin” poiché la nuova classe di asset “replica il sistema finanziario esistente”.

Gli ETF su Bitcoin possono rendere più semplice per tutti investire in valute digitali, ha affermato Rust, anche se non hanno familiarità con le sfumature del mondo delle criptovalute, poiché questi fondi “porteranno a un’ulteriore democratizzazione delle opportunità d’investimento, rendendo la classe di asset digitale accessibile a un pubblico più vasto”.

L’ascesa degli ETF su Bitcoin potrebbe avere un impatto significativo sul sistema finanziario esistente legittimandolo come classe di asset. Resta da vedere quale impatto ciò avrà sul portafoglio della famiglia media, ma gli studi suggeriscono che un’allocazione conservativa potrebbe fare molto.

MIGLIORARE L’ALLOCAZIONE DI UN PORTAFOGLIO 60/40

I gestori finanziari sostengono da decenni che un cosiddetto portafoglio di equilibrio, composto per il 60% da azioni e per il 40% da obbligazioni o altri prodotti a reddito fisso, potrebbe offrire un buon rischio e un buon rendimento agli investitori disposti ad assumersi un livello moderato di rischio.

Da allora il portafoglio 60/40 è diventato una strategia d’investimento classica che si dice raggiunga il giusto equilibrio tra crescita e stabilità, con le azioni che aiutano a spingerlo più in alto assumendosi un rischio più elevato e le obbligazioni che lo stabilizzano con i loro rendimenti più bassi e più stabili.

Rust ha osservato che per la famiglia media gli ETF su Bitcoin potrebbero rappresentare un’opportunità di diversificazione e di allocare tra l’1% e il 5% in tale asset.

Parlando con Cointelegraph, Sui Chung, AD della società CF Benchmarks di proprietà di Kraken, ha affermato che la diversificazione “è spesso considerata l’unico pasto gratis nel mondo degli investimenti” in quanto può “ridurre il rischio e allo stesso tempo migliorare i potenziali rendimenti”. Ha poi aggiunto:

Ora che l’ETF ha aperto la proprietà di BTC a una fascia più ampia d’investitori, l’attrazione principale che molti vedranno è il potenziale di diversificazione che può offrire a un portafoglio misto di asset.

CF Benchmarks ha di recente pubblicato una ricerca in cui si afferma che “le principali sfide dell’investimento in Bitcoin sono decidere esattamente la giusta dimensione per il proprio investimento iniziale” e come mantenere l’esposizione successivamente.

Bitcoin è noto per avere cicli con ribassi significativi e rialzi affascinanti, il che significa che gli investitori devono scegliere di allocare un importo abbastanza grande da contribuire ai rendimenti dei loro portafogli ma altrettanto piccolo da consentire di resistere alla volatilità.

L’azienda ha scoperto che anche un’allocazione dell’1% nei confronti di Bitcoin ha “aumentato i rendimenti senza aumentare materialmente il rischio complessivo del portafoglio”, con la deviazione standard che aumenta materialmente solo quando l’esposizione a BTC supera il 5% se il portafoglio viene ribilanciato frequentemente. Una simile allocazione, rileva il documento di ricerca, potrebbe portare a un miglioramento compreso tra l’8% e il 40% del rendimento aggiustato per il rischio: l’indice di Sharpe.

In un’intervista a Cointelegraph, Zach Pandl, direttore generale della ricerca presso Grayscale Investments, ha affermato che Bitcoin è un “investimento relativamente ad alto rischio e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori”, sottolineando quelli che necessitano di capitale nel breve o medio termine.

Secondo Pandl gli investitori che scommettono sul portafoglio 60/40 “non possono produrre rendimenti paragonabili a quelli degli ultimi 40 anni perché il lungo calo dell’inflazione è finito”.

Pur sottolineando che gli ETF “saranno probabilmente il modo più conveniente e senza problemi per le famiglie medie d’investire in Bitcoin”, perché molte delle complessità legate alle tasse vengono risolte dal prodotto finanziario, Pandl ha aggiunto che quest’ultimo non compromette il ruolo di Bitcoin come asset di riserva.

Nonostante tutti questi vantaggi, gli ETF spot su Bitcoin potrebbero non essere la soluzione migliore per ogni investitore e, per alcuni, in alcuni scenari, sarebbe addirittura consigliabile evitarli.

RISCHI DEI FONDI D’INVESTIMENTO SU BITCOIN

Pur affermando che investire in Bitcoin può “sostituire altre strategie che offrono miglioramento del rendimento, diversificazione o entrambi”, Pandl ha affermato che le caratteristiche delle criptovalute possono cambiare nel tempo, inclusa la loro correlazione con altri asset. Di conseguenza gli investitori dovrebbero rivalutare regolarmente i loro portafogli.

Rust di Truflation ha anche sottolineato gli svantaggi associati agli ETF su Bitcoin, compreso il rischio di custodia, poiché investire in Bitcoin tramite un ETF “mette la responsabilità nelle mani di terzi e abbiamo tutti visto che ciò può comportare un potenziale rischio di perdite”.

Sebbene le società che gestiscono questi ETF spot su Bitcoin abbiano esperienza, “stiamo ancora entrando in una nuova dimensione”. Sebbene l’autocustodia sia spesso il metodo d’investimento preferito, non tutti gli utenti vogliono custodire i propri BTC.

Anche gli ETF sui futures hanno un problema nascosto: i costi di rollover. Secondo Rust questi possono “erodere in modo significativo i rendimenti nel tempo” e, sebbene gli ETF spot su Bitcoin non soffrano di costi di rollover, gli investitori non detengono Bitcoin attraverso di essi; detengono azioni di un fondo che segue il prezzo di BTC.

Al di là del rischio di controparte, ciò significa anche che gli investitori non sono in grado di partecipare al più ampio ecosistema delle criptovalute, compreso quello della finanza decentralizzata. Detenere direttamente Bitcoin, aggiunge Rust, offre anche un maggiore grado di privacy e una minore suscettibilità alla confisca in caso di cambiamenti legali o politici.

Per Kiely di Yield App, gli ETF spot su Bitcoin, gli ETF su futures e gli investimenti diretti su Bitcoin sono “essenzialmente la stessa cosa dal punto di vista dei rendimenti”, con l’unica differenza delle commissioni di gestione associate agli ETF “più piccole rispetto a quelle dell’asset stesso”.

Guardando al futuro, Kiely ritiene che gli ETF contribuiranno all’influenza di Bitcoin nel più ampio sistema finanziario:

Nei prossimi 5-10 anni gli ETF sulle criptovalute costituiranno una parte importante dell’allocazione agli strumenti alternativi in un’ampia gamma di portafogli d’investimento. Ciò li metterebbe alla pari con altre opzioni d’investimento alternative, le quali includono gli ETF sull’oro.

Anche se l’introduzione di ETF spot su Bitcoin potrebbe aumentare la fiducia degli investitori, e i dati suggeriscono che un’allocazione conservativa in Bitcoin sarebbe stata vantaggiosa in passato, è probabile che, man mano che BTC matura come classe di asset, le caratteristiche per cui è noto potrebbero cambiare.

Vale la pena notare che questo cambiamento potrebbe essere positivo o negativo, suggerendo che Bitcoin rappresenta anche un cambio di paradigma per il tradizionale portafoglio 60/40 e, come minimo, dovrebbe essere incluso nel portafoglio medio.

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/

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