L’anarchia non è né caos né difficile da trovare

Vorrei portare un ulteriore esempio a supporto di quelli che verranno presentati nell’articolo di oggi. In una società libera i problemi verrebbero risolti dal mercato, questo è il messaggio di base del libro “Against the State” di Lew Rockwell. Visto che a oggi, grazie a una subdola macchina di propaganda, il razzismo è sulla bocca di tutti, si sostiene comunemente che tale problema dilagherebbe in una società priva di regolamentazione statale. Tranne nei casi in cui la legge vieta alle persone di interagire tra loro, il mercato tende sempre a diffondere un sentimento di pace senza costringere né vietare gli scambi. Ciò non significa che non ci sarebbero razzisti in una società libera, ma che non avrebbero il potere di impedire ad altre persone di effettuare scambi tra loro. Un razzista può rifiutarsi di commerciare, ma non può costringere gli altri. Il fatto che il razzismo non sia in grado di proliferare senza la mano dello stato, spiega perché i sistemi di apartheid furono propagati non dall’odio ma da un sistema di leggi basato sulla razza spalleggiato dalla forza statale. La segregazione razziale in quei sistemi era un requisito legale, non un movimento organico diffuso dagli odiatori. L’idea che oggi anima i “crimini d’odio”, ovvero che la loro proliferazione è una minaccia dalla quale solo lo stato può proteggerci, è solamente l’ennesima strategia per massimizzare il potere statale. Come scrive lo stesso Rockwell: “Invece di affidare la nostra protezione a uno stato predatore, perché non fare affidamento sulla cooperazione pacifica in un libero mercato? […] Lo Stato per sua natura non può essere giusto e se quindi è la giustizia quella che si va cercando bisogna fare a meno dello Stato e di tutte le istituzioni a esso collegate”.

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di Andreas Granath

Nel linguaggio comune, e forse in qualsiasi dizionario, anarchia è sinonimo di caos e disordine. Ciò potrebbe non sorprendere dal momento che gli anarchici di sinistra hanno lavorato duramente per distruggere la reputazione del concetto stesso.

In quanto ex-statalista condividevo questa visione dell’anarchia: una distopia caotica. Ma, come ho imparato nel corso degli anni, è l’esatto opposto. Tuttavia questa consapevolezza può essere raggiunta solo osservando le cose logicamente.

Definire l’anarchia

La parola anarchia deriva dal greco antico e significa “senza sovrano o autorità”. Nel definire l’anarchia è fondamentale definire il ruolo di un governante. Gli anarchici di sinistra si oppongono alle gerarchie naturali, alla proprietà privata e al governo. Secondo la loro logica, un governante è qualcuno che possiede proprietà privata, ricopre una posizione manageriale, o è un funzionario governativo.

Dall’altro lato, invece, chi obbliga qualcun altro a condividere i suoi mezzi di produzione non sarebbe considerato un governante. Quindi questa visione dell’anarchia è incoerente e contraddittoria. Detto questo, dobbiamo esaminare una filosofia politica più coerente: l’anarcocapitalismo, una filosofia politica anarchica di destra.

Essa definisce un governante in modo libertario, come qualcuno che usa la violenza o la minaccia di essa per controllare gli altri. Ciò si deduce dall’assioma libertario dell’autoproprietà come diritto naturale. Dal punto di vista logico questo diritto dev’essere esteso anche al possesso di beni.

Ora che abbiamo una visione logica e coerente di un sovrano, possiamo definire l’anarchia. È una relazione sociale tra persone basata sull’assenza di coercizione attraverso la violenza o la minaccia di essa. A rigor di termini, l’anarchia è la cooperazione sociale volontaria tra individui dotati di proprietà personale e i loro beni privati.

Trovare l’anarchia

Il tipico statalista chiederà quasi sempre a un anarchico di indicare un momento e un luogo specifici in cui l’anarchia abbia funzionato. A questo proposito il tipico anarchico (di destra) indicherà molto spesso il Commonwealth islandese, o la Repubblica di Cospaia. Sebbene questi siano ottimi esempi di società più grandi e ben funzionanti, vi mostrerò molti altri esempi.

L’anarchia, che è una relazione interpersonale tra individui senza violenza o minaccia di essa, può essere trovata ovunque. Osservando le cose in una microprospettiva, scopriamo che le relazioni anarchiche sono più comuni delle relazioni non anarchiche.

La maggior parte delle persone hanno relazioni anarchiche tra loro: si scambiano quotidianamente beni, servizi, idee, informazioni, amore e molte altre cose preziose. In altre parole, il valore viene scambiato con altro valore volontariamente.

Su questo principio di scambio di valore costruiamo famiglie, società, imprese e altri gruppi. Sebbene all’interno delle società più piccole vi sia anarchia, esiste ancora una relazione non anarchica con lo stato. La maggior parte delle persone non riesce a vederlo perché non può esserci una relazione interpersonale con un individuo e un collettivo assente. Questo perché solo gli individui agiscono e interagiscono.

Così lo stato si nasconde e si mimetizza attraverso i suoi dipendenti e le loro diverse professioni. Prendiamo ad esempio qualcuno che decide di non pagare le tasse. Sebbene sappia delle conseguenze che subirà, ci sono molte relazioni interpersonali da studiare in questo caso.

All’inizio potrebbe ricevere un avviso da qualcuno nell’Agenzia delle Entrate. Dopo averne ignorato diversi, a casa sua si presenteranno poliziotti armati. Durante la detenzione e in attesa del processo, sarà sorvegliato da guardie carcerarie. Alla fine avrà il suo processo e quando si troverà in tribunale sarà incriminato da giudici e pubblici ministeri.

Tenete presente che queste persone direttamente coinvolte rappresentano solo la punta dell’iceberg, sotto il livello del mare abbiamo politici che promulgano leggi, contribuenti ed elettori che alimentano lo stato insieme ai lobbisti.

Se scomponiamo il “rapporto tra stato e individui” in rapporti interpersonali, il quadro diventa più chiaro: lo stato funziona come una banda di ladri, ma in modo molto sofisticato e subdolo.

Inoltre dovremmo considerare che anche i dipendenti pubblici sono in una relazione anarchica tra loro, però, proprio come i privati ​​cittadini, hanno una relazione non anarchica con lo stato. Esiste anche, come sottolineato da Ludwig von Mises e Murray Rothbard, anarchia tra gli stati. Almeno fino allo scoppio della guerra.

In conclusione, anarchia significa assenza di un governante. In una microprospettiva è una relazione sociale tra due individui senza violenza o minaccia di essa. Questa microanarchia può essere ed è estesa per coinvolgere gruppi più ampi di persone, pertanto non vi è alcun limite a quanto la società possa diventare grande prima che l’anarchia diventi inefficiente e un governo debba prendere il controllo.

L’anarchia è ordine spontaneo, non caos. Tale ordine spontaneo può essere trovato ovunque ed essere anarchico non è così controverso come si pensa.

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/

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