Fermata #138 – Bitcoin nelle stanze dei bottoni

I voti fanno gola.

Quando si tratta di aggiungere dei punti percentuali alla tabellina delle preferenze, i partiti politici non si fanno pregare. E’ quindi normale che anche un tema dipinto come controverso dalla stampa generalista possa diventare oggetto delle mire di politici alla ricerca di consensi.

E’ ciò che si sta iniziando a intravedere anche con Bitcoin. Parlamentari e candidati alle elezioni che flirtano con i concetti di separazione tra Stato e moneta, di scarsità, di privacy e di libertà individuale stanno spuntando un po’ ovunque e si stanno costruendo un’immagine Bitcoin-friendly nelle cerchie della comunità.

Stati Uniti, Canada e Argentina

Come affrontato nella fermata #112, negli Stati Uniti colui che più si è esposto è Robert Kennedy Jr., nipote dell’ex presidente John F. Kennedy, che poche settimane fa ha annunciato il divorzio dal partito Democratico per correre come indipendente alle elezioni presidenziali del 2024. Ma non solo: sono state registrate le parole al miele anche di Vivek Ramaswamy, 38enne candidato repubblicano che nei giorni scorsi ha definito Bitcoin come “un modo per uscire dall’architettura finanziaria malata della Federal Reserve”.

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