Fermata #151 – Dal White Paper alla fine del monopolio monetario: la teoria dei giochi in Bitcoin

E’ il 2012 quando la casa di produzione di videogiochi Ndemic Creations rilascia Plague Inc. L’idea è semplice: permettere al giocatore di sviluppare una strategia che gli consenta di creare un virus capace di sterminare l’intera umanità. Il gioco è sia per Android che per iOS e in poco tempo – è il caso di dirlo – diventa virale.

Dall’idea di un’app per smartphone all’ottenimento di centinaia di milioni di download e giocatori, diffusione su Xbox e Playstation e vendita della versione gioco da tavolo: certi risultati non arrivano per caso.

Plague Inc. è un gioco di strategia che non invecchia per un motivo semplice: interpreta perfettamente il concetto di azione e reazione. Fa scegliere al giocatore quali caratteristiche applicare a un virus e, in base a ogni scelta, cambiano i possibili scenari di vittoria e di sconfitta in una partita. Le combinazioni sono innumerevoli.

Che tipo di trasmissibilità ha il virus? Quali sintomi e quali abilità? Da dove farlo partire? Se si diffonde tramite il bestiame meglio farlo nascere in aree geografiche ricche di allevamenti. Il fatto allerterà le autorità locali, le quali prenderanno delle contromisure: il virus andrà dunque fatto evolvere con nuove caratteristiche. In questo modo, a ogni decisione del giocatore corrispondono conseguenze di primo e di secondo ordine che aprono a nuovi scenari per lo svolgimento della partita.

Plague Inc. fa confrontare l’utente con la teoria dei giochi, ovvero la stessa cosa che ha portato BlackRock a richiedere e a ottenere il proprio ETF su Bitcoin.

Confusi? Andiamo con ordine.

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La teoria dei giochi

La teoria dei giochi è un campo di studio che si occupa della decisione interattiva.

In un gioco ogni partecipante deve considerare le azioni degli altri quando decide la propria strategia. Il processo di pensare alle scelte altrui, riconoscendo che anche gli altri stanno considerando le tue scelte, crea una catena complessa che porta a pensare al pensiero degli altri per valutare tutti gli ipotetici scenari. Sebbene alcuni aspetti di questo processo possano essere complessi e sfuggire all’analisi logica, molti elementi della strategia possono essere studiati e sistematizzati nella scienza della teoria dei giochi.

Quest’ultima ha avuto inizio con i lavori di John von Neumann negli anni ’20 ed è culminata con la pubblicazione del libro The Theory of Games and Economic Behavior insieme a Oskar Morgenstern. Inizialmente gli studi si concentravano sui giochi a somma zero, dove gli interessi di due giocatori erano completamente opposti.

John Nash ha generalizzato questo studio ai giochi con una miscela di interessi comuni e rivalità, e con un numero qualsiasi di giocatori. Altri teorici, come Reinhard Selten e John Harsanyi, hanno esplorato giochi ancora più complessi.

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L’equilibrio di Nash e il Dilemma del Prigioniero

Il cuore della teoria dei giochi è il concetto di equilibrio di Nash, nominato in onore del matematico John Nash. Si tratta di una situazione in cui nessun protagonista può migliorare il proprio risultato cambiando unilateralmente la propria strategia, a condizione che le strategie degli altri giocatori rimangano invariate. In altre parole, ogni giocatore sceglie la migliore risposta possibile alle scelte degli altri giocatori.

Uno degli esempi più diffusi per capire la teoria dei giochi e l’equilibrio di Nash è quello del Dilemma del Prigioniero.

Immaginiamo due sospettati, A e B, arrestati e interrogati separatamente dalla polizia. La polizia non ha prove sufficienti per condannarli per il crimine principale, ma può comunque incriminarli per un reato minore. Ai sospettati vengono offerte le seguenti opzioni:

Se entrambi i sospettati non confessano – cooperando quindi tra di loro – entrambi riceveranno la pena minore per il reato minore.

Se un sospettato confessa e l’altro no, colui che confessa verrà rilasciato (come ricompensa per la collaborazione), mentre l’altro riceverà la pena massima.

Se entrambi confessano, entrambi riceveranno una pena severa, ma inferiore alla massima.

Il dilemma sorge perché ogni sospettato ha un incentivo individuale a tradire l’altro (confessare), indipendentemente da ciò che fa l’altro. Se A pensa che B non confesserà, A ha un incentivo a confessare per evitare la prigione. Se A pensa che B confesserà, A ha ancora un incentivo a confessare per evitare la pena massima. Lo stesso vale per B.

Secondo l’equilibrio di Nash il risultato è che entrambi i sospettati finiscono per confessare, ricevendo una pena severa, anche se avrebbero ottenuto un risultato migliore (pena minore) se avessero entrambi scelto di non confessare. Questo perché, data la struttura degli incentivi, il tradimento è la strategia dominante per entrambi.

Il Dilemma del Prigioniero ha ampie applicazioni in economia, politica, etica e sociologia e dimostra quanto sia difficile allineare interesse personale e beneficio collettivo. Difficile, ma non impossibile.

La Coordinazione pura

La teoria dei giochi prevede anche degli scenari in cui individui o entità collaborano per raggiungere un obiettivo comune, senza che vi siano interessi contrastanti o rischi di tradimento. Di fatto, il coordinamento puro si verifica in contesti dove non c’è nulla da guadagnare agendo in modo egoistico o contrario agli interessi degli altri. Al contrario, il successo individuale e collettivo è intrinsecamente legato alla capacità di lavorare insieme e di prendere decisioni che beneficiano tutti.

Una situazione di Coordinazione pura è una situazione in cui gli interessi personali coincidono quelli collettivi. Vi ricorda qualcosa?

La teoria dei giochi in Bitcoin

Il ruolo del mining e il Consenso in Bitcoin sono un ottimo esempio di coordinazione.

Il mining

La teoria dei giochi in Bitcoin riguarda principalmente gli incentivi economici. I miner, per esempio, sono incentivati economicamente a comportarsi onestamente e a contribuire alla sicurezza della rete. Se agiscono onestamente e aggiungono blocchi validi, ricevono ricompense in bitcoin. Per un miner il costo di attaccare la rete (ad esempio, tentando un attacco del 51%, il cui concetto è spiegato nel dettaglio nella fermata #39) è molto elevato, sia in termini di risorse computazionali che di opportunità perse di guadagnare ricompense legittime. In questo caso, l’equilibrio di Nash si raggiunge quando i miner concludono che il loro miglior corso d’azione è continuare a fare mining onestamente.

E’ questo equilibrio a sostenere la sicurezza e la stabilità della rete. In poche parole, è la raffinatissima struttura di incentivi ideata da Satoshi Nakamoto che permette a Bitcoin di prosperare senza intermediari.

Ma la teoria dei giochi non spiega solamente perché Bitcoin funzioni senza la necessità di un coordinamento centrale, spiega anche i meccanismi della sua adozione e le conseguenze che quest’ultima potrebbe avere sul mondo come lo conosciamo oggi.

Dal White Paper alla distruzione del monopolio monetario

Chi avrebbe pensato, ai tempi di Gutenberg, che l’invenzione della stampa avrebbe radicalmente cambiato il modo in cui si sarebbe diffusa l’informazione e, di conseguenza, sgretolato il monopolio della Chiesa sulla comunicazione, divorandone man mano il potere sul popolo?

Similmente, la semplice pubblicazione di un pdf di nove pagine il 31 ottobre del 2008 e la sua implementazione in forma di software il 3 gennaio del 2009 hanno acceso la miccia per avviare una reazione a catena che potrebbe eradicare il monopolio sulla moneta e, di conseguenza, ridurre drasticamente il potere di Stati e banche centrali: il tutto tramite il perseguimento dei propri interessi.

Il fatto che la teoria dei giochi tenga in piedi Bitcoin, rendendolo l’unico asset digitale contemporaneamente distribuito e autenticamente scarso, attira l’attenzione in modo inevitabile. Ed è sempre per la teoria dei giochi, cioè sulla base dell’aspettativa che sempre più persone si interesseranno a Bitcoin, che gli individui comprano bitcoin seguendo unicamente l’interesse personale.

Questo porta a un aumento del prezzo, che si traduce in un aumento di visibilità e, di conseguenza, di ulteriore interesse. Ed è così che, a ritmo di cicli quadriennali scanditi dall’halving, si è passati dal comprare due pizze per 10.000 bitcoin nel 2010 al lobbying di giganteschi gruppi finanziari come BlackRock e Fidelity per ottenere i propri ETF negli Stati Uniti nel 2024, passando per uno Stato che ha dichiarato bitcoin valuta a corso legale nel 2021.

La crescente diffusione della tecnologia Bitcoin non potrà che tradursi che nell’aumento del potere d’acquisto dell’asset bitcoin e, di conseguenza, nella sua sempre più ingombrante presenza, in termini proporzionali, nei portafogli di individui, aziende e istituzioni. E per la legge di Thiers – secondo cui il denaro buono tende a scacciare il denaro cattivoindividui, aziende e istituzioni saranno incentivati economicamente a liberarsi prima della moneta che si svaluta più velocemente, conservando e accumulando il più possibile la moneta che acquista valore.

Di fatto, la nascita di Bitcoin ha innescato un lento processo di short nei confronti della valuta fiat. Quando il mondo avrà più bitcoin che valuta fiat nel proprio portafoglio, la leva del monopolio monetario diventerà di fatto inutile e obsoleta.

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