Hayek e Bitcoin
Il defunto economista F. A. Hayek aveva molto da dire sul denaro privato, sull’inflazione e sulla preservazione delle libertà individuali contro uno stato tirannico. Mentre ci avviciniamo al 15° anniversario della pubblicazione del whitepaper di Bitcoin da parte di Satoshi Nakamoto, vale la pena riflettere su cosa avrebbe potuto pensare Hayek di questa svolta tecnologica.
Nell’ottobre 2008 Satoshi Nakamoto annunciò di aver pubblicato un documento in cui spiegava come un “sistema monetario elettronico” peer-to-peer potesse funzionare “senza terze parti fidate”. Nel gennaio dell’anno successivo lanciò Bitcoin citando un articolo del quotidiano britannico The Times: “The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks”. L’avvio di questo sistema di denaro elettronico peer-to-peer era una risposta al clientelismo che aveva visto nelle banche centrali durante la crisi finanziaria mondiale.
Sfortunatamente Hayek morì molto prima della nascita di Bitcoin, ma nel suo libro, The Denationalisation of Money, sostenne la sottrazione allo stato del suo potere monopolistico sul denaro. Oltre a ciò, Hayek immaginava un sistema economico in cui “diversi tipi di denaro distinti e concorrenti sono simultaneamente in uso nello stesso territorio”. Se Bitcoin fosse esistito durante la vita di Hayek, probabilmente egli non avrebbe sostenuto (come fanno molti bitcoiner) di “bitcoinizzare tutto”, proprio perché un’unica forma di denaro non era ciò che aveva in mente. Hayek voleva la competizione nel campo monetario.
Furbo e inarrestabile
Hayek avrebbe sicuramente apprezzato l’incrollabile resistenza di Bitcoin alle pressioni politiche, ma, soprattutto, mi piace pensare che avrebbe apprezzato Bitcoin per almeno altri due importanti motivi: furbizia e impossibile da fermare. In un’intervista del 1984 Hayek affermò che:
Non credo che avremo mai più una forma di denaro sano/onesto se prima non lo togliamo dalle mani dello stato. Se non ci riusciamo con la violenza, [allora] tutto ciò che possiamo fare è introdurre subdolamente qualcosa che non possa fermare.
La cosiddetta “via indiretta furba” che Satoshi ha ideato (prendendo in prestito da quelli prima di lui) voleva che Bitcoin fosse semplicemente un protocollo – una forma monetaria TCP/IP – altamente decentralizzato, il che significa che nessuna parte sarebbe stata in grado di controllarlo a proprio vantaggio. Ed essendo un asset digitale nativo di Internet, non ci sarebbe stato alcun punto di fallimento centralizzato nel mondo reale, con asset tangibili che avrebbero potuto essere sequestrati (come è successo invece ad almeno due valute digitali prima di Bitcoin).
Bitcoin e oro
Satoshi ha cercato di imitare l’oro nel mondo digitale. Nel white paper di Bitcoin ha scritto che: “L’aggiunta costante di una quantità costante di nuove monete è analoga ai minatori d’oro che spendono risorse per aggiungere nuovo oro in circolazione […] [anche se nel] nostro caso, è il tempo della CPU e l’elettricità che vengono consumati”. Cosa pensava Hayek dell’oro?
Hayek scrisse che se l’oro fosse rimasto nelle mani dello stato, avrebbe considerato questo standard metallico “l’unico sistema tollerabilmente sicuro”. Ma l’oro rappresentava solo “un’ancora traballante” per proteggersi dai “rischi di frode da parte dello stato” e “non sarà mai una moneta valida come quella emessa da un’agenzia la cui intera attività si basa sul suo successo nel fornire una moneta sostenibile al pubblico”.
Hayek disse anche che l’oro ci ha dato una “regolazione semi-automatica della quantità di denaro” (qualcosa che vedeva favorevolmente), ma avrebbe potuto trovare interessante l’idea di una politica monetaria algoritmica impenetrabile, come quella di Bitcoin.
Ciò che Hayek considerava una forma monetaria migliore dell’oro era la sua proposta di una moneta emessa dalle banche in un ambiente di competizione monetaria e coperta da asset reali. L’economista Lawrence H. White fa giustamente distinzione tra “la proposta di Hayek – consentire la libera scelta e la concorrenza tra le valute – e la sua previsione su quale tipo di moneta avrebbe poi dominato il campo”.
Hayek credeva anche che la popolazione avrebbe probabilmente preferito una moneta “il cui potere d’acquisto è predittivamente stabile”. Un potere d’acquisto stabile, scrisse, avrebbe ridotto la tensione sui rapporti debitore-creditore (un argomento che Hayek tratta in dettaglio nel suo libro).
White sostiene, nel suo nuovo libro Better Money: Gold, Fiat or Bitcoin?, che un aumento del potere d’acquisto dell’oro stimola (attraverso la motivazione del profitto) una risposta a produrne di più “finché il potere d’acquisto non ritorna alla media”. Al contrario, poiché un aumento simile del potere d’acquisto di Bitcoin non può provocare un aumento nell’offerta oltre il programma di creazione di nuove coin fisso e codificato nel suo protocollo, non ci sono “aspettative di un ritorno [alla media] per smorzare la volatilità”.
Conclusione
Se il potere d’acquisto di Bitcoin si stabilizzerà nel tempo in modo sufficiente da diventare un mezzo di scambio comunemente utilizzato è un tema di acceso dibattito. Dal mio punto di vista ciò che Bitcoin sacrifica in termini di potere d’acquisto stabile essendo insensibile agli aumenti della domanda, viene ampiamente compensato altrove come sistema monetario superiore basato su regole ferree, non essendo soggetto né alla discrezione umana dei pianificatori centrali né ai miner che potrebbero voler creare più unità di quelle che il suo protocollo è programmato per creare. Questo è precisamente il motivo per cui le masse potrebbero inevitabilmente adottarlo (ogniqualvolta i loro stati si dimostrano incapaci o non interessati a dissuaderle dal farlo), non solo come riserva di valore ma anche come mezzo di scambio. E avendo un asset digitale nativo di Internet che non risponde a forze esterne per la sua offerta, otteniamo una moneta radicalmente decentralizzata, senza precedenti nella storia umana.
Inoltre molti utenti Bitcoin non sembrano preoccuparsi della volatilità e il suo utilizzo continua a crescere: sia sulla catena principale che sul cosiddetto strato secondario. E i tentativi di repressione nei suoi confronti – soprattutto negli Stati Uniti e in Europa – così come la fretta di implementare le CBDC in tutto il mondo, suggeriscono che i regolatori sono preoccupati per quanto sia potente.
Quindi ad Hayek piacerebbe Bitcoin? Non l’ho mai conosciuto, ma penso che gli sarebbe piaciuto ciò che rappresenta così come la misura in cui toglie il denaro dalle mani dello stato (poiché le persone in tutto il mondo effettuano transazioni peer-to-peer, senza autorizzazione, con questo asset digitale apolide). Bitcoin è quel modo subdolo e indiretto che potrebbe non fermarsi mai. Oh, e ricordate la menzione di Satoshi dell’articolo del The Times sui salvataggi bancari? Per una coincidenza enorme, egli/ella/loro (assumendo che non ne fosse/fossero a conoscenza in quel momento) sarebbe/sarebbero probabilmente felice/i di apprendere che nella stessa video intervista di Hayek quest’ultimo mostrò una copia del The Times e disse: “Lo leggo ogni giorno. Le grandi menti pensano allo stesso modo”.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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