Il ritorno dello stato-persona

Il ritorno dello stato-persona

 

 

di Jeffrey Tucker

Nella sua infinita ricerca di creare tassonomie di ogni cosa, Aristotele guardò ai tipi di sistemi politici. Il suo libro, Politica, costituisce uno studio affascinante ancora oggi. Eppure esiste un modello più pulito che rivela molto sul mondo in cui viviamo e la prima volta che l’ho incontrato è stato in Ascesa e declino dello stato di Martin van Creveld. Egli distingue tra stato personale e stato nazionale e tale distinzione è sia storica che teorica.

Perché è importante? Perché rivela una lotta di fondo nella nostra epoca: lo stato-nazione sta fallendo. La crescente pressione populista sta spingendo affinché venga convertito in uno stato-persona con un’ideologia di destra o di sinistra, ma un tale stato è al tempo stesso anacronistico e destinato a fallire in modo ben peggiore. Entrambe le forme di stato rappresentano una minaccia alla libertà, ma ciascuna presenta pericoli particolari.

Prendiamo innanzitutto in considerazione lo stato-persona. Pensate ai faraoni, ai Cesari, ai capi tribù, agli imperatori e ai re dell’antichità. In qualunque modo avessero ottenuto il controllo – graduale acquiescenza alle qualità di leadership, attaccamento religioso, o vera e propria conquista militare – lo stato-persona esalta il grande uomo come incarnazione dello spirito di un popolo. I successi delle persone sotto il suo controllo sono i successi del leader, mentre i fallimenti sono sempre dovuti a persone esterne. È una fonte di salvezza del mondo e talvolta di immortalità trascendente.

Nello stato-persona coloro che combattono nell’esercito sono alle dipendenze di un solo uomo; lo stesso vale per gli esattori delle tasse, i censori e le forze di sicurezza. Anche la classe clericale è sussunta sotto il capo dello stato. Non c’è limite al potere dello stato-persona, cioè al potere del singolo uomo.

E veniamo ora al test cruciale: cosa succede allo stato quando muore il grande uomo? Se lo stato muore con lui, allora è davvero uno stato-persona. Se viene passato per le armi, lo stato stesso crolla con lui; questo perché lo stato lavora direttamente per lui e in sua assenza diventa disancorato e privo di qualsiasi legittimità. Il risultato è instabilità politica, con fazioni che gareggiano per prenderne il posto, a meno che, ad esempio, non vi sia una tradizione di chiara successione: i poteri del re passano al figlio, e così via.

Gli stati-persona iniziarono a uscire dalla fase storica nel Medioevo, per essere gradualmente sostituiti nel contesto europeo da una nuova creazione chiamata stato-nazione. In parte il motivo era la convenienza: il potere non aveva più un singolo punto di fallimento. Con la costruzione dello stato-nazione, il libero scambio sostituì il mercantilismo; vantaggi e privilegi della classe dirigente si estesero dal centro alle classi inferiori; i capi amministrativi sostituirono i dittatori.

Lo stato-nazione ha una struttura completamente diversa. È ancora potente, ma non tutto il potere risiede in un solo uomo; ha una burocrazia con legittimità esistenziale separata dall’esecutivo. In base alla progettazione dovrebbe essere immortale: il re muore, ma la burocrazia sopravvive. I monarchi passano, ma l’esercito di burocrati continua a governare; il principe cade, ma la riscossione delle tasse continua. Il potere dello stato-nazione è disperso tra una classe dirigente che condivide i poteri pur impiegando un portavoce o un esecutivo, ma il potere non dipende dalla vita dell’esecutivo. È immortale.

Uno stato-nazione dipende da una codifica del potere al di fuori della volontà dell’esecutivo. Potrebbe essere una Costituzione, una tradizione radicata, o semplicemente un corpo di legge. Potrebbe essere un codice normativo. Qualunque cosa sia, lo scopo è quello di distaccare la capacità della burocrazia di gestire la società con o senza il capo attorno. Nel modello di stato-nazione ogni funzionario eletto o nominato potrebbe salire su una nave per la Cina e le tasse continuerebbero a essere riscosse, gli editti applicati, le pene detentive emesse e le guerre continuerebbero a essere combattute.

L’innovazione dello stato-nazione è stata la creazione di uno “stato profondo” che opera al di fuori del controllo dell’esecutivo. Non c’è nulla di scioccante in questo; è la sua progettazione, un metodo per limitare la centralizzazione del potere. Lo stato profondo non è nulla che sia necessario portare alla luce con una teoria della cospirazione; è proprio davanti a voi nelle strutture concrete che ospitano il settore pubblico e sono popolate da infiniti lavoratori che non sono né eletti né nominati da coloro che invece sono eletti.

Si noti che decentralizzare il potere all’interno dello stato non significa ridurlo. Gli stati-persona sono in qualche modo limitati, semplicemente perché nessun uomo può controllare tutte le cose. Il tentativo, nelle parole di Nikita Krusciov, significa provare a modellare un pentola di pasta. Le dittature sono spesso limitate dalla volontà dei sudditi: non resteranno per sempre ingabbiate sotto il controllo di un’unica volontà. Inoltre gli stati-nazione sviluppano burocrazie oppressive, esasperanti sistemi di cambiamento, reti di corruzione ed eserciti di sostenitori di coloro che sono lì solo per vivere del sistema senza assumersi alcuna responsabilità per i risultati.

La modernità ha conosciuto per lo più solo stati-nazione, ma con alcune eccezioni. Ogni leader sovietico cercò gradualmente di trasformare lo stato-nazione in un’estensione della propria volontà, ma nessun leader ci riuscì. L’apparato più profondo del regime reagì sempre. Lo stesso valse per Hitler sotto il nazismo: nemmeno lui, malgrado ogni tentativo, riuscì a controllare tutto sotto il suo controllo. Gli altri famosi teppisti di quel periodo fecero del loro meglio per creare stati-persona, ma alla fine non riuscirono mai a ricreare ciò che era passato da tempo.

Tenendo presente questo modello, come comprendiamo il momento attuale? Lo stato-nazione con la sua litania di meschine oppressioni è fortemente sotto pressione a causa delle proteste pubbliche in tutto il mondo. Provate ad aumentare la tassa sul gas e Parigi esplode; aumentate le tariffe della metropolitana in Cile e la gente scenderà in strada; minacciano l’estradizione a Hong Kong e la popolazione grida no; provate a tassare le telefonate in Libano e la folla impazzirà e chiederà che tutto venga fermato. Dietro tutte queste proteste si nascondono frustrazioni più profonde legate alla corruzione, al radicamento della classe dirigente, ai favoritismi e alla stagnazione economica.

Tutto questo è relativamente nuovo, sono segni del superamento di un paradigma, le tensioni di una vecchia ortodossia diventano qualcosa di nuovo. Il problema è che nessuno è d’accordo su cosa dovrebbe essere questo qualcosa di nuovo.

Ci sono tutte le opportunità affinché nasca l’aspirante capo di nuovi stati-persona: prometterebbero la fine della corruzione e l’emergere di un nuovo sistema sotto il loro totale controllo. Pensate a Commodo nel film Il Gladiatore quando si lamenta della corruzione del Senato, o a Bane in Batman che dice cose vere sui fallimenti del sistema attuale. I fallimenti incredibilmente evidenti dello stato-nazione stanno aprendo la strada a nuovi stati-persona sia da sinistra che da destra.

Questa è la direzione in cui ci sta portando la politica. Grandi leader, grandi visioni, piani imposti personalmente. Alla fine il nostro ruolo come elettori è quello di scegliere tra due forme di potere che depotenziano il resto di noi.

È la resurrezione dello stato-persona per sostituire lo stato-nazione fallito, ma sarà sicuramente seguito da uno stato-persona fallito che sarà sostituito da uno stato-nazione rinato, e così via.

Dobbiamo uscire da questo ciclo di abusi. Ci sono caratteristiche terribili in tutte le forme di stato e non dovremmo limitare i nostri desideri a una selezione di tipi di oppressione. La migliore idea di modernità non era né lo stato-persona né lo stato-nazione, ma l’idea della libertà, la convinzione che le società e le economie prosperano di più quando vengono lasciate in pace da burocrazie e dittatori. Ancora meglio, eliminare le strutture del potere; l’unica cosa immortale dovrebbe essere il diritto di ciascuno a vivere una vita dignitosa e libera.

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/

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