La filosofia del massimalismo della libertà

La filosofia del massimalismo della libertà

La conoscenza è statica e limitata, la libertà d’indagine è dinamica e illimitata. Quando il linguaggio viene imbastardito definendo truffaldino tutto ciò che non si adatta alla “linea del partito”, e truffatore chiunque non si conformi, la semantica diventa un luna park per i commissari del linguaggio. Come il ragazzino che gridava al lupo, il rumore scavalca l’informazione genuina e la comunicazione efficace viene distrutta. Rotture come questa sono quei fallimenti che causano la “follia delle folle”. Per mantenere l’integrità della comunicazione e del coordinamento umano, la semantica non deve mai essere sottoposta a revisione, perché le ideologie sono guerre linguistiche. La libertà conta più di ogni altra cosa e il massimalismo della libertà si basa su un’adesione dogmatica ai suoi principi. Essendo l’unico mezzo per scoprire la verità, l’indagine non dev’essere mai scoraggiata. Il massimalismo della libertà “si chiede”: qual è lo scopo di questo progetto? Cosa non vedo? Dove potrei sbagliarmi? Raccontare è intrinsecamente propagandistico, poiché implica l’avanzamento di una struttura di conoscenza statica; chiedere, invece, è in bilico tra l’intenzione di scoperta, un invito a interagire con ciò che non si conosce e imparare qualcosa di nuovo. Il massimalismo della libertà lascia parlare l’avvocato del diavolo. Di fronte all’ignoto, solo la ricerca può redimerci. È fondamentale, qui, esaltare la mia libertà e quella degli altri di esprimere e testare le proprie preferenze in un libero mercato. Non credo nel protezionismo comunista inteso a isolare le persone dalle conseguenze delle loro decisioni: questo ragionamento anti-darwiniano è, ad esempio, alla base delle leggi di “accreditamento degli investitori” negli Stati Uniti, le quali inibiscono la funzione di ricerca della verità e contribuiscono ad alimentare disparità di ricchezza. Abbracciare la filosofia del massimalismo della libertà significa scambiare idee liberamente e seriamente in uno spirito fedele al sovranismo, senza riguardo per regolamenti o regolatori di alcun tipo. La libertà è un “dito medio” di fronti a tutti quei tentativi che intendono usare forza, violenza e minacce per arrivare a una sottomissione fisica e psicologica l’individuo.

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di Robert Breedlove

Il massimalismo della libertà è una filosofia semplice e radicata in una realtà indiscutibile: ogni persona possiede sé stessa. L’autoproprietà è assiomatica. Affermare che essa sia falsa è di per sé un’espressione di autoproprietà: non si può discuterne senza dimostrarlo. Così come una linea retta è la distanza più breve tra due punti nello spazio piatto, ovvero 2+2=4, allo stesso modo ogni persona possiede il proprio corpo. Non sono necessari esperimenti per verificare tali verità assiomatiche e aprioristiche: esse sono, come dicevano i padri fondatori americani, evidenti. Se qualcuno afferma che 2+2=5, non ho bisogno di eseguire esperimenti per verificare empiricamente la sua affermazione, è falsa a priori.

L’individualismo è assiomatico

Molti credono che sia necessario “dimostrare” la conoscenza attraverso la sperimentazione, ma la conoscenza a priori non è empirica. Invece essa è dedotta da un insieme di assiomi: è razionalizzata da presupposti fondativi. Per questo motivo l’epistemologia a priori è talvolta chiamata razionalismo. Agli antipodi c’è il mondo del metodo scientifico – che coinvolge ipotesi, sperimentazione e iterazione – noto come empirismo. Il razionalismo è ciò che vediamo, l’empirismo è ciò che vediamo. Le verità derivate assiomaticamente prevalgono e correggono l’osservazione, e non il contrario. Il razionalismo è più fondamentale per la conoscenza rispetto all’empirismo.

In economia ci sono diverse verità radicate nel razionalismo. Ad esempio, si preferisce sempre una maggiore quantità di beni piuttosto che una quantità minore (il che sembra ovvio, poiché una maggiore “bontà” è chiaramente preferibile). Altre verità a priori dell’economia includono: le soddisfazioni presenti sono preferite a quelle future, la produzione deve precedere il consumo, ciò che viene consumato ora non può essere consumato di nuovo, la tassazione riduce la produttività e ogni livello di tassazione risulta nella biforcazione della società (in contribuenti di tasse e consumatori di tasse). Tutto ciò si deduce dall’assioma fondamentale dell’economia: l’essere umano agisce.

L’autoproprietà è facilmente dimostrabile attraverso l’azione. Se io provo a muovere il tuo braccio sinistro, non succede nulla; se tu provi a muovere il tuo braccio sinistro, ecco che si manifesta l’azione. Non ci sono argomenti, politiche, o regolamenti che possano cambiare questa situazione. Io possiedo me stesso; tu possiedi te stesso. Anche se voleste vendere la vostra autoproprietà, non potreste farlo; potreste invece scegliere di scambiare il vostro tempo con denaro o altri beni, ma è impossibile barattare il vostro libero arbitrio. Come scrisse Rothbard nel suo libro, L’etica della libertà, il libero arbitrio è inalienabile:

La distinzione tra il lavoro alienabile di un essere umano e la sua volontà inalienabile può essere spiegata come segue: un essere umano può alienare il suo servizio, ma non può venderne il valore futuro capitalizzato. In breve, egli non può, per natura, vendersi come schiavo e far rispettare questa vendita, perché ciò significherebbe che la sua futura volontà sulla propria persona verrebbe ceduta in anticipo. Un essere umano può spendere il suo lavoro attuale a beneficio di qualcun altro, ma non può trasferirsi, anche se lo volesse, nel bene capitale permanente di un altro essere umano. Non può liberarsi della propria volontà, che in futuro può cambiare e ripudiare la disposizione attuale. Il concetto di “schiavitù volontaria” è infatti contraddittorio, poiché finché il lavoratore rimane totalmente sottomesso volontariamente alla volontà del suo padrone, non è ancora uno schiavo poiché la sua sottomissione è volontaria; mentre se in seguito cambiasse idea e il padrone imponesse la sua schiavitù con la violenza, la schiavitù non sarebbe allora volontaria.

La vostra forza di volontà è vostra e soltanto vostra: negare questa verità a priori significa autoingannarsi. Detto in modo semplice: nessuno può vantare rispetto alla propria vita un diritto più alto rispetto a quello che ha su di sé. L’autoproprietà è da dove deriva il concetto di proprietà, che deriva dalla parola latina proprius e che significa “proprio”. Tutti gli individui sono liberi. Nessun individuo o gruppo può possederne un altro. La ragione, la coscienza e la volontà umana individuale sono forme di proprietà inalienabile: non possono essere alienate da sé stessi e né scambiate, nemmeno volontariamente. Qualsiasi pretesa di proprietà da parte di qualcuno su qualcun altro è una bugia. L’individualismo è la verità assiomatica dell’esistenza umana.

L’individuo: una comunità nel tempo

Gli individui esistono a livello intertemporale: ciascuno di noi è una comunità di noi stessi che si estende nel tempo. Ogni azione umana è un mestiere con un sé futuro astratto e potenziale: leggi oggi, sii intelligente domani; investi oggi, sii più ricco domani. Il sacrificio e la gratificazione posticipata – in una parola, il lavoro – sono il modo in cui migliorano sia gli individui che le economie.

Ogni individuo esprime una preferenza nei confronti del tempo nelle proprie azioni. Man mano che la “preferenza temporale” di un individuo diminuisce, maggiore è la considerazione degli altri (presente e futuro astratto) in ogni azione. Una preferenza temporale bassa riflette una sfera di considerazione più ampia e quindi una moralità più elevata. La preferenza temporale è quantificata dal tasso d’interesse naturale sul libero mercato. Spesso considerato il “prezzo del denaro”, il tasso d’interesse naturale quantifica il grado in cui gli attori del mercato preferiscono ricevere capitale nel presente rispetto al futuro. In altre parole, più alto è il tasso d’interesse, più gli attori di mercato sono “interessati” a ricevere capitale il prima possibile.

La civiltà è un fenomeno sociale cooperativo quantificato dal tasso d’interesse naturale. Più è basso, più lunghi sono gli orizzonti temporali aggregati posseduti dalla civiltà e maggiore diventa la sfera complessiva della considerazione interpersonale. Questa relazione intertemporale all’interno di ciascun individuo si manifesta collettivamente nei tre principi della legge naturale: vita, libertà e proprietà.

Vita, libertà e proprietà

La vita, la libertà e la proprietà sono legate alle libertà personali passate, presenti e future. Il vostro futuro è la vostra vita. Se venite assassinati o uccisi, perdete la vostra libertà futura. Il vostro presente è la vostra libertà. Se venite imprigionati o costretti in altro modo, perdete la vostra libertà nel presente. Il vostro passato è di vostra proprietà. Se quest’ultima viene violata, perdete i frutti delle vostre libertà passate.

La proprietà nel senso tradizionale di “roba” posseduta personalmente è un prodotto della vita e della libertà precedentemente combinate con i fattori produttivi della natura. La proprietà è il proprio rapporto con i “frutti del proprio lavoro”. La proprietà è una naturale estensione dell’autoproprietà. Ognuno di noi è la proprietà più personale esistente e le cose che acquisiamo onestamente esprimendo la nostra proprietà personale diventano la nostra legittima proprietà. La “giusta acquisizione” include la fabbricazione, l’homesteading e il libero scambio. Rothbard ne scrisse appoggiandosi all’esempio di Robin Crusoe che vive da solo su un’isola:

Crusoe, finendo su una grande isola, può strombazzare al vento la sua ‘proprietà’ dell’intera isola. Ma, in realtà, egli possiede solo la parte che colonizza e mette in uso […]. L’unico requisito è che la terra una volta messa in uso diventi proprietà di colui che vi ha mescolato il suo lavoro, che ha impresso il timbro della sua energia personale sulla terra.

Sebbene l’autoproprietà sia inalienabile, la proprietà giustamente acquistata è alienabile. In altre parole, è impossibile barattare la vostra proprietà personale, ma è possibile scambiare i prodotti che avete fabbricato, coltivato o ricevuto commerciando liberamente con altri individui. La proprietà – e la sua origine assiomatica, l’autoproprietà – sono fondamentali per tutti i diritti umani. Come scrisse Ayn Rand nel suo libro, La virtù dell’egoismo:

Il diritto alla vita è la fonte di tutti i diritti e il diritto alla proprietà è la loro unica attuazione. Senza diritti di proprietà, nessun altro diritto è possibile. Poiché l’essere umano deve sostenere la propria vita con i propri sforzi, colui che non ha diritto al prodotto dei propri sforzi non ha mezzi per sostenere la propria vita. L’essere umano che produce mentre altri consumano il suo prodotto è uno schiavo.

L’incapacità di accumulare i guadagni delle proprie libertà passate è restrittiva per l’individualismo. A cosa serve lavorare se i frutti del proprio lavoro non sono conservabili nel tempo? La proprietà sancisce sia il diritto di godere sia la responsabilità di prendersi cura dei numerosi prodotti generati da e tramite l’azione umana. Diritti e responsabilità sono due facce della stessa medaglia: potete avere diritto a un pasto caldo al giorno, ma chi è lo chef incaricato di prepararlo? Le persone che esercitano le libertà intertemporali dell’autoproprietà – espresse come vita, libertà e proprietà – determinano il delicato equilibrio di diritti e responsabilità all’interno del nostro mondo.

La preservazione dei diritti di proprietà è l’unico modo per proteggere la civiltà dalla corruzione e dal marciume sistemico. La violazione dei diritti di proprietà – sia attraverso l’inflazione della valuta fiat, la tassazione, o la regolamentazione in qualsiasi forma – è un percorso garantito verso il collasso della civiltà. La proprietà inviolabile, quindi, è l’unica base concepibile per una civiltà veramente libera e sostenibile. In quanto prodotto delle libertà passate, la proprietà sostiene e migliora le libertà presenti e future. Radicata assiomaticamente nella realtà indiscutibile dell’autoproprietà individuale, la proprietà è un amplificatore della libertà e della vita. La proprietà resistente alla violazione migliora le libertà umane, presenti e future.

Una civiltà basata sulla semplice verità dell’autoproprietà massimizza la libertà. Quando quest’ultima è massimizzata, lo è anche la creazione di ricchezza aggregata. Aderendo ai principi della Legge Naturale – vale a dire, onorando le libertà del passato, del presente e del futuro – gli esseri umani possono mitigare al massimo la scarsità economica e ottimizzare l’uguaglianza delle opportunità individuali. Il massimalismo della libertà è una filosofia semplice che, se seguita rigorosamente, ottimizza l’arricchimento economico ed etico umano. Dato l’egoismo della natura umana, il massimalismo della libertà sarebbe mai stato possibile senza la proprietà inviolabile che Satoshi Nakamoto ha fortunatamente donato al mondo all’inizio del XXI secolo. Essendo la più alta implementazione della Legge Naturale, Bitcoin è l’impalcatura necessaria per raggiungere i livelli più alti della civiltà umana. Tutte le controargomentazioni contro questo cambiamento paradigmatico sono attacchi autoconfutanti alla realtà indiscutibile dell’autoproprietà.

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/

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