La morte della fiducia: man mano che le istituzioni vengono svuotate dal loro contenuto, Bitcoin è la nostra unica speranza

La morte della fiducia: man mano che le istituzioni vengono svuotate dal loro contenuto, Bitcoin è la nostra unica speranza

 

 

da Bitcoin Magazine

Di recente ho pensato molto alla scommessa da $1 milione di Balaji Srinivasan secondo cui Bitcoin avrebbe raggiunto il milione di dollari a giugno, alla sua iperbole riguardo all’imminente iperinflazione del dollaro e alle sue riflessioni sui lockdown a livello digitale. Mi è sembrato tutto un po’ inverosimile.

A questo proposito, mi ricorda Peter Schiff, un uomo che per decenni ci ha detto che il cielo sarebbe caduto sulle nostre teste e che il mondo sarebbe finito con il collasso di tutte le valute fiat; un uomo che rivendica la superiorità intellettuale rispetto agli “sciocchi” presso la Federal Reserve (nel frattempo l’economia globale va avanti e il collasso sembra, almeno per il momento, essere oggetto di clickbait su YouTube).

Io, per esempio, cerco di evitare questo tipo di pensiero. Sì, sono scettico riguardo alle previsioni di una catastrofe imminente, ma detto questo c’è un lato nascosto in questo modo di pensare che rivela una dinamica molto più preoccupante; una dinamica che è in rapida ascesa. Ed essa sarà molto più distruttiva, molto più catastrofica, di quanto potrebbe mai essere il presunto collasso della valuta fiat o l’avvento di una crisi bancaria globale.

Stiamo entrando in un’era in cui tutta la fiducia sta morendo e con la sua fine arriva anche la fine di… tutto. Certo, potrei pensare che Srinivasan e tutti gli altri catastrofisti abbiano perso la brocca, ma c’è qualcosa di magnetico nel potere delle loro riflessioni, non tanto per le previsioni in quanto tali bensì nell’attenzione e nell’eccitazione che attirano.

Nessuno si fida più di niente e di nessuno, e questo mi terrorizza.

LA MORTE DELLA FIDUCIA

L’elenco delle istituzioni di cui diffidiamo sempre più è, beh, infinito; e la profondità e l’ampiezza di tale sfiducia crescono ogni giorno.

Non credo debba fornire al lettore un’analisi approfondita della nostra perdita collettiva di fiducia in tutto e quindi, per brevità, ecco la versione ridotta.

Seguite i numeri e vedrete che la fiducia nel governo è ai minimi storici e continua a crollare. Che sia perché i nostri leader sono in realtà disonesti, egoisti, avidi, assetati di potere, lobbisti, o perché è così che vengono rappresentati dai media generalisti, i funzionari governativi e le istituzioni ormai godono di una totale e profonda sfiducia.

Una minoranza in continua erosione ha ancora fiducia nelle forze dell’ordine, forse perché ha parenti che prestano servizio nelle forze di polizia o perché il loro potere è sostenuto dalle macchinazioni della polizia e dei sistemi legali. Agli occhi della maggior parte delle persone gli agenti di polizia sono come ex-disadattati delle scuole superiori che hanno magicamente trovato il biglietto della lotteria della violenza dato che, in veste di poliziotti, possono maltrattare gli altri. Aggiungeteci la corruzione che permea ogni angolo delle forze dell’ordine e del nostro sistema giudiziario: non c’è da meravigliarsi se “f*****o la polizia” sia un ritornello culturale ormai popolare.

È interessante notare che sempre meno persone si fidano dei cosiddetti media generalisti; talmente pochi, infatti, che in realtà non esiste più qualcosa come un media generalista. Praticamente tutti i media sono diventati un’espressione di vetriolo ideologico, una danza teatrale volta a catturare una quota di mercato più ampia di disagiati neurologici; una bestia cinica nata e allevata per riempire le tasche di coloro che comandano queste fonti di disinformazione.

Pochi si fidano dei sistemi scolastici pubblici. Quella che una volta era vista come un’istituzione virtuosa, uno sforzo per il massimo bene, è stata divorata da ogni possibile gruppo d’interesse a propulsione ideologica; il vomito che ne è seguito ha dipinto un quadro dell’istruzione pubblica pieno di insegnanti pigri che insegnano a ragazzini sconsiderati.

Potrei andare avanti: dalle aziende corrotte e dai loro amministratori delegati corrotti ai leader egoisti, ipocriti e autoesaltati del lavoro organizzato; dagli attivisti ambigui che sollecitano la necessità di una corretta aderenza ai pronome ai leader religiosi, reazionari e manipolatori che cercano di riportare la nazione indietro di decenni, ecc. La fiducia sta svanendo in quell’etere in cui questi individui alimentano il loro fuoco e consolidano le loro narrazioni egocentriche.

Ma aspettate! Va meglio. Per ora, sovrapposto a questo panorama già desolante, fate ciao con la mano a ChatGPT, alla tecnologia deep fake, alle valute digitali delle banche centrali; date il benvenuto a cuore aperto all’ultima frontiera della fiducia, un mondo in cui discernere la verità dalla menzogna diventa praticamente impossibile.

Che schifo di mondo! Cosa fare, quindi?

Entra in scena Bitcoin.

BITCOIN E LA VERIFICA DELLA VERITÀ

Ho scritto diversi articoli su Bitcoin, esaltando le virtù di questa tecnologia davvero straordinaria. In tutti questi articoli chiedevo al lettore, anzi lo imploravo, di avere un po’ di immaginazione nel considerare il futuro di Bitcoin. Qui andrò oltre: Bitcoin è la nostra unica speranza in un mondo sempre più senza fiducia, poiché all’interno del suo protocollo si trova la risposta a tutti gli enigmi posti da un mondo senza fiducia: la verifica della verità.

Quando suggerisco di avere un po’ di immaginazione, in realtà non sto chiedendo poi così tanto. Le scatole in cui viviamo, le lenti attraverso le quali vediamo la realtà, si sono evolute di volta in volta. Non è passato molto tempo da quando credevamo che la Terra fosse il centro dell’universo, che gli esseri umani non avrebbero mai volato, che i computer fossero la provvidenza della NASA. Le cose sono cambiate e sono cambiate velocemente. Internet pubblico è nato circa 30 anni fa, più o meno; ora guardatevi: è quasi impossibile immaginare cosa porteranno i prossimi 10 anni.

Quindi, perché Bitcoin? Perché questa tecnologia relativamente semplice (ingegnosa ed elegante, complessa e ricca di sfumature… ma comunque semplice) è la risposta alla rovina imminente che tutti dobbiamo affrontare se non siamo in grado d’innescare e riavviare il nostro motore di fiducia nazionale e internazionale?

È semplice: perché Bitcoin è la verità. A un livello più elementare, il protocollo Bitcoin – e le decine di migliaia di nodi che eseguono il software – verifica ogni singola transazione che avviene sulla sua catena. Nessuno ha il controllo. La parola nessuno dev’essere presa come un fatto. La verità è manifesta e verificabile sulla blockchain stessa. Innumerevoli nodi del tutto oggettivi rendono impossibile la falsificazione dei documenti. Bitcoin è quindi una verità inviolabile, immutabile, incontrovertibile.

Abbiate un po’ d’immaginazione!

E se la rete Bitcoin, col tempo, diventasse lo strato base di questa cosa che chiamiamo Internet? Cosa accadrebbe se tutti i dati che passano attraverso questa rete venissero verificati e scrutati alla ricerca di falsità dai futuri miliardi di nodi di verifica? Nodi che diventano nativi dei dispositivi che utilizziamo per tutte le nostre comunicazioni e interazioni sociali/virtuali? E se sempre più persone, nel tentativo di credere in qualcosa, abbandonassero il mondo digitale cinico, sfruttatore e fetido che si è evoluto fino a oggi, e si unissero invece a una rete di verità inattaccabile?

Vedete, la promessa di Bitcoin non è quella di fungere da moneta solida in un universo monetario malsano; la promessa non è quella di creare un sistema bancario privo d’intermediari truffaldini e fraudolenti; no, la promessa è molto, molto più profonda.

La promessa di Bitcoin è che divorerà lentamente quella stessa bestia che ha dato vita alla sua necessità.

La fiducia è un imperativo umano, un imperativo sociale. Senza fiducia, ne consegue il caos. In un mondo in cui la fiducia nelle cose dev’essere sempre messa in discussione, la salute mentale ne soffre, i governi falliscono e il caos dilaga; l’illegalità e la violenza diventano la norma anziché l’eccezione. In un mondo senza fiducia l’isolamento e l’accaparramento sono visti come virtù piuttosto che come disadattamenti. In un mondo senza fiducia tutto crolla, le istituzioni crollano, i signori della guerra e i demagoghi emergono in un’ondata crescente d’incertezza e paura.

Ci stiamo muovendo verso un futuro come questo, verso un mondo come questo. Bitcoin è la nostra unica speranza. In Bitcoin esiste la possibilità che la fiducia possa essere ristabilita lentamente, non basandosi sulle parole, ma su un protocollo digitale universale che vaglia i fatti e arriva sempre, senza pregiudizi, alla verità.

Dobbiamo avere la fantasia per credere in questa possibilità. Questo è ciò che rende Bitcoin un faro di speranza, un raggio di luce che permea la foschia di una strisciante nebbia di resa.

Predico le virtù di Bitcoin perché oso sperare, per i miei pronipoti, in una comunità mondiale governata dalla verità, verificata dall’obiettività; un mondo in cui la fiducia costituirà di nuovo il nucleo della nostra esistenza.

Quindi a Srinivasan, a Schiff e a tutti gli altri catastrofisti dico: forse avete ragione, ma la verità è che l’unica via d’uscita da questa spirale distruttiva è attraverso una rinascita della fiducia e solo Bitcoin, realizzato al suo potenziale più alto e maestoso, può garantirla.

Basta solo immaginarlo.

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/

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