La sconfitta di Macron non è la fine, è solo l’inizio
Il socialismo ignora sempre il calcolo economico e la necessità di promuovere una crescita economica e una ricchezza reali. Quando il mantenimento di uno stato ipertrofico e la ridistribuzione diventano gli unici obiettivi, l’economia ristagna e tutti finiscono in una spirale di povertà. La Francia è in stagnazione economica da decenni; non ha avuto un bilancio in pareggio dalla fine degli anni ’70 e il malcontento è ormai la norma. Le imprese e i contribuenti si sono stancati del progressivo drenaggio fiscale e il sistema di sussidi statali non ha fatto altro che generare gruppi di persone dipendenti e arrabbiati che si sentono abbandonati e faticano a comprendere la propria situazione. Il tanto acclamato stato sociale ha fallito perché i sussidi e la spesa pubblica hanno ignorato il calcolo economico, rendendo il Paese un incubo per i creatori di ricchezza reale e per coloro che cercano una rete sociale che offra opportunità. La Francia ha dimostrato che la promessa di una redistribuzione socialista crea solo stagnazione economica. La lezione che possiamo imparare qui è che il socialismo non funziona mai e una volta che i risultati disastrosi sono evidenti, è quasi impossibile correggere il problema di fondo. La Francia, infatti, rappresenta un enorme problema nell’Eurozona e la BCE non può nasconderlo, ma non è la sola in questa condizione. È solo la punta dell’iceberg, visto che il Fondo Next Generation EU e la Commissione europea stanno attualmente nascondendo guai strutturali ben peggiori in Spagna, Italia e in altri Paesi dell’area Euro.
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di Tom Luongo
Dire che ho aspettato sulle spine per l’ultimo anno o giù di lì è un eufemismo. Sono sicuro di non essere l’unico.
Questo finto mondo della cricca di Davos in cui il grasso è bello, l’accidia è una virtù e la pedofilia è l’apice dell’amore umano, dovrebbe rendervi un po’ preoccupati.
Quando alziamo lo sguardo e vediamo che tutto ciò che è bello viene sistematicamente sovvertito, sminuito o semplicemente vandalizzato, è difficile mantenere viva la propria compassione, anche se fosse giustificata… cosa che non è.
Oggi torno a scrivere dopo più di un mese e siamo a un paio di giorni dalla sconfitta dell’acerrimo globalista Emmanuel Macron da parte sia di Marine Le Pen che da una litigiosa coalizione di sinistra.
In vista del ballottaggio di questo fine settimana è abbastanza ovvio che il partito di Macron, En Marche, sarà relegato nella pattumiera della storia. Macron era un finto populista vendutoci dalla cricca di Davos quasi dieci anni fa per smorzare l’ascesa della Le Pen.
E questa volta non importa davvero quale barriera politica mettano in campo i vari comunisti in Francia per congelare la maggioranza del Fronte Nazionale nel Parlamento francese. La marea si è rivoltata contro di loro.
Proprio come è successo nel Regno Unito, negli Stati Uniti, nei Paesi Bassi, in Italia e nel resto del cosiddetto Occidente post-illuminista.
Tale idea, il “post-illuminismo”, secondo cui abbiamo iniziato a rifiutare Dio a favore della modernità e della supremazia della ragione umana in base alla vastità della nostra ignoranza su come funziona l’Universo, è la chiave per capire ciò che sta accadendo.
E nel momento in cui ho iniziato a scrivere di Macron sono rimasto colpito dal ricordo di Notre Dame in fiamme.
La chiesa era in fiamme e gli sciacalli ragliavano per quanto fosse bello.
Ciò è accaduto sotto il governo di Macron e per questo ha pianto lacrime di coccodrillo, come fanno tutti i furfanti marxisti come lui.
Anche perché non possono che avere il facsimile delle emozioni, visto che secondo loro viviamo tutti in una simulazione.
All’epoca lo definivo “Simbolo di una cultura fallimentare”, ma è molto più di questo. L’incendio di Notre Dame, deliberato o meno, è stato emblematico di quanto i nostri custodi fossero negligenti nel preservare il nostro passato.
Talmente ossessionati dalla loro patetica modernità che per decenni hanno espropriato quasi tutta la ricchezza della Francia per elevare l’indolenza e trascurare la bellezza, diventando allo stesso tempo apertamente ostili alla propria storia. Il loro disprezzo per quest’ultima era plateale, mentre la loro rabbia verso la religione sopraffaceva la loro umanità.
C’è di peggio: i discendenti di coloro che costruirono Notre Dame stanno applaudendo perché è stato inculcato loro, tramite l’istruzione marxista, l’odio per la religione in tutte le sue forme.
Sono stati immunizzati contro qualsiasi sentimento che non sia disprezzo per sé stessi e la propria storia.
La storia è storia. Non ha un ordine del giorno. Esiste, nel bene e nel male, per ricordarci che chi siamo oggi è la somma totale di chi eravamo allora.
I marxisti credono nella creazione di un uomo senza storia, senza connessione con il suo passato per trasformarlo nel Nuovo Uomo Sovietico.
Discutete con me su questi temi per tutto il tempo che volete cari accoliti di Bernie, Corbyn e Richard Wolff , questo è il punto di questa assurdità postmoderna francese secondo cui “la vita è una simulazione”. È semplicemente una scusa per giustificare l’invidia intrinseca al centro di tutto il pensiero marxista.
Significava qualcosa per milioni di persone, se non miliardi.
Quell’incendio è stato davvero un momento in cui hanno distrutto qualcosa di bello, anche se l’incendio fosse stato un incidente.
Notre Dame era sicuramente una cosa da invidiare. Un luogo di straordinaria bellezza e realizzazione; una cosa che vale la pena preservare attraverso i secoli. Ovviamente doveva essere distrutto.
Il disprezzo di Macron e dei suoi compagni di viaggio nei confronti di chiunque non fosse d’accordo con il Commintern era palese allora.
Anche se pensano che non dovremmo avere una storia, dimenticano che abbiamo ricordi.
Quindi oggi non dovremmo essere sorpresi se guardiamo a quanto accaduto alle urne francesi.
Macron e la cricca di Davos faranno tutto il possibile per far finta di avere ancora il controllo in Francia. Potrebbe addirittura riuscire a salvarsi. Così facendo potrebbe anche distruggere ciò che resta della Francia, sacrificandola sull’altare dell’Unione Europea, ma per cosa?
Un’alleanza instabile tenuta insieme dai rimproveri di una vampira tedesca come Ursula Von der Leyen? Per quanto tempo pensate che i francesi passeranno dai gilet gialli alla ghigliottina?
L’ultima volta che ho controllato questa è una parte della loro storia che anche Macron sta cercando di negare.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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