Parte il Peer-to-Peer Rights Fund per Proteggere gli Sviluppatori
Annunciato il Peer-to-Peer Rights Fund. La missione? Salvaguardare l’integrità decentralizzata e peer-to-peer dell’ecosistema Bitcoin difendendo gli strumenti non custodiali e i loro sviluppatori dall’ingerenza normativa.
David Zell, co-fondatore del Bitcoin Policy Institute, ha spiegato che “le recenti azioni legali indicano uno spostamento preoccupante nella prospettiva normativa, mettendo a rischio l’ecosistema non custodiale. La nuova posizione del governo tratta gli sviluppatori di strumenti non custodiali come istituti finanziari, una malcomprensione della tecnologia. Gli utenti, non gli sviluppatori, sono quelli che svolgono attività finanziarie. L’ampia interpretazione del Bank Secrecy Act potrebbe estendersi ai produttori di portafogli hardware, ai nodi di transazione, ai minatori e altro ancora. Se i tribunali stabiliscono precedenti sfavorevoli, le implicazioni sono gravi”.
Il primo progetto del fondo è difendere Keonne Rodriguez e William Lonergan Hill, fondatori di Samourai Wallet. Rodriguez e Hill sono accusati di cospirazione per il riciclaggio di denaro e di operare un’attività di servizi finanziari non autorizzata. Il tentativo dell’accusa di classificare lo strumento coinjoin non custodiale di Samourai come attività di servizi finanziari rischia di creare un pericoloso precedente che potrebbe influenzare l’intero ecosistema Bitcoin”.
Difendendo questo caso, il fondo mira a far comprendere al tribunale la tecnologia e i principi legali in gioco e cercare un risultato favorevole che stabilisca che gli strumenti non custodiali per la privacy non possono essere regolamentati in base al Bank Secrecy Act”.
L’esito di questo caso avrà un impatto significativo sul futuro degli strumenti Bitcoin non custodiali e sul panorama più ampio dello sviluppo open source. Il coinvolgimento del fondo sottolinea il suo impegno a salvaguardare i principi della decentralizzazione, dell’autonomia degli utenti e della privacy, garantendo che l’innovazione all’interno dell’ecosistema Bitcoin possa svilupparsi in un contesto legale equo e giusto.
Lanciando il Peer-to-Peer Rights Fund, si sta difendendo un importante pilastro dell’ecosistema Bitcoin, ovvero la possibilità di utilizzare strumenti non custodiali in modo sicuro e senza intrusioni normative.
Questo fondo potrebbe garantire che lo sviluppo di soluzioni per la privacy e la sicurezza dei Bitcoiners sia protetto da interpretazioni errate delle leggi finanziarie esistenti, aprendo la strada a un futuro in cui la libertà e l’autonomia degli utenti siano prioritari. Un verdetto favorevole in questo caso potrebbe rafforzare la fiducia degli sviluppatori e degli utilizzatori di Bitcoin nel continuare a innovare e a proteggere la privacy e la sicurezza delle proprie transazioni.