Mining Bitcoin nel Mirino del Dipartimento dell’Energia USA
Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha annunciato un’iniziativa di raccolta dati “emergenziale” mirata ai miner di Bitcoin negli Stati Uniti. A partire dalla prossima settimana, verranno effettuate delle indagini su circa 82 miner Bitcoin commerciali identificati nel paese, che saranno obbligati a rispondere con dettagli riguardanti il loro consumo energetico. L’iniziativa è stata autorizzata dall’Ufficio di Gestione e Bilancio il 26 gennaio 2024 come una richiesta di raccolta dati in caso di emergenza.
L’Amministratore dell’Energy Information Administration, Joe DeCarolis, ha dichiarato in un comunicato stampa che: “Abbiamo l’intenzione di continuare ad analizzare e scrivere sulle implicazioni energetiche delle attività di mining di criptovalute negli Stati Uniti. Ci concentreremo in particolare su come la domanda di energia per il mining di criptovalute sta evolvendo, identificheremo le aree geografiche di maggior crescita e quantificheremo le fonti di elettricità utilizzate per soddisfare questa domanda”.
L’iniziativa mira a raccogliere informazioni come il numero di strutture operative, le coordinate geografiche delle singole operazioni, la quantità di energia dedicata al mining Bitcoin presso diversi fornitori energetici e persino informazioni dettagliate sui loro macchinari. L’agenzia ha inoltre dichiarato che “solleciterà commenti pubblici sulla raccolta di dati sull’uso energetico dei miner di criptovalute”.
Secondo le stime, l’attività di mining Bitcoin rappresenta fino al 2,2% del consumo di elettricità negli Stati Uniti. Inoltre – riporta l’agenzia – ci sono prove che questo consumo energetico stia crescendo rapidamente e che l’hash rate è raddoppiato nell’ultimo anno.
I benefici del mining Bitcoin di cui non parla nessuno
Sappiamo ormai che molte di queste iniziative contro il mining di Bitcoin sono state oggetto di controversie, poiché spesso sembrano essere motivate più da considerazioni politiche che da una valutazione accurata degli impatti ambientali. Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’industria del mining di Bitcoin può, al contrario, svolgere un ruolo positivo nella tutela dell’ambiente e nella sicurezza energetica.
Uno degli argomenti chiave in favore del mining Bitcoin è che può agire come un “consumatore flessibile” di energia. Poiché i miner possono accendere o spegnere le loro operazioni in risposta alle fluttuazioni dei prezzi dell’energia o alla disponibilità di fonti rinnovabili, possono agire come un ammortizzatore contro picchi eccessivi o riduzioni nella domanda di energia. Questa flessibilità può aiutare a bilanciare l’offerta e la domanda sull’intera rete elettrica, contribuendo a evitare sovraccarichi o sottoutilizzazioni che potrebbero portare a interruzioni.
Inoltre, la natura decentralizzata del mining di Bitcoin contribuisce a garantire una maggiore sicurezza energetica. A differenza di alcune infrastrutture centralizzate, come le centrali elettriche tradizionali, il mining di Bitcoin è distribuito su molteplici nodi in tutto il mondo. Questo riduce il rischio di interruzioni energetiche significative in un’area specifica, migliorando la resilienza del sistema energetico nel suo complesso.
Resta da vedere quali saranno i risultati di questo studio commissionato dall’agenzia. Tuttavia, se abbiamo imparato qualcosa dagli ultimi anni, dovremmo aspettarci una nuova ondata di FUD ambientale ed energetica molto presto.