Nuove Rivelazioni su Chainalysis nel Caso Roman Sterlingov
Ci siamo già occupati del caso di Roman Sterlingov che ci continua a incuriosire e far riflettere sul rapporto tra sistema giudiziario negli Stati Uniti, privacy, e Bitcoin. In breve, il cittadino russo-svedese sarebbe stato accusato di aver creato e gestito il sito web Bitcoin Fog, un servizio anonimizzazione Bitcoin che consentiva agli utenti di nascondere le tracce delle loro transazioni.
Emerge ora che la difesa di Roman Sterlingov avrebbe ottenuto da Chainalysis una parte della documentazione richiesta grazie alla quale potrà esaminare l’euristica dell’azienda. La corte ha emesso un provvedimento cautelare al riguardo.
Nuove informazioni per la difesa
“Chainalysis ha fornito alla difesa informazioni proprietarie sensibili sulla sua euristica e sulle sue metodologie. Per questo, Chainalysis ha chiesto alla Corte di emettere un provvedimento cautelare più severo, che è stato concesso”, ha riferito Max Baron su X.
Queste informazioni proprietarie sono estremamente importanti in quanto riguardano l’algoritmo utilizzato dalla società di chain analysis che, secondo quanto rivelato recentemente, non avrebbe particolare fondamento scientifico. Insomma, la difesa di Roman Sterlingov potrebbe già essere in possesso di informazioni in grado di compromettere la credibilità dell’azienda.
Il destino di Roman Sterlingov da decidersi a febbraio
Si legge nel post che uno dei testimoni della difesa non firmerà il nuovo provvedimento cautelare perché “li esporrebbe a potenziali responsabilità”. Questo non si sarebbe verificato qualora il governo non avesse utilizzato venditori privati per condurre indagini penali. Il processo è dunque slittato da settembre a ottobre, per poi passare alla prossima data disponibile che é appunto a febbraio.
La richiesta di spostare la data del processo è stata voluta dallo stesso Roman Sterlingov, il quale ha preso la parola in aula e ha spiegato che avrebbe accettato di spostare il processo in una data che potesse facilitare la comparsa del testimone “specializzato” a sua difesa.
L’accusa infatti stava cercando di accelerare il processo cosi che si potesse concludere già ad ottobre, senza poter dare alla difesa il tempo di analizzare questo nuovo materiale durante il processo. Questo rinvio ha dato alla difesa 5 mesi aggiuntivi per analizzare il materiale e le scoperte dell’ultimo minuto.
“Questa volta, però” si legge nel post, “hanno il divieto di discutere il caso di Roman su podcast o media come hanno fatto in passato, a causa dell’ordine di protezione più severo della Corte”.
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