Nuovo Rapporto UE sulla Crittografia: Bitcoin e E2E nel Mirino
Il nuovo report creato dall’Innovation Hub per la Sicurezza Interna – un network Europeo sotto il cappello dell’Europol – sulle tecnologie di crittografia ha recentemente rigenerato un sentimento anti-Bitcoin a Bruxelles. Secondo il report, l’utilizzo di queste tecnologie potrebbe rappresentare “un problema per le indagini e le attività di contrasto dei reati da parte delle forze dell’ordine”.
In particolare, il report si concentra sui wallet digitali che, come spiegato, possono essere di due tipi: custodial e non custodial. I wallet custodial sono quelli in cui il proprietario non detiene la chiave privata, ma è il servizio a farlo al suo posto. Questo è molto comune, ad esempio, per i fondi depositati presso gli exchange centralizzati.
Per le forze dell’ordine, questo può rappresentare un vantaggio, in quanto possono richiedere agli exchange e ai fornitori di portafogli custoditi di congelare o sequestrare i fondi. Dunque, quando ci sono basi legali per farlo e l’exchange collabora con la richiesta delle forze dell’ordine.
Nel documento, viene poi spiegato come i wallet non custodial sono quelli in cui il proprietario ha la responsabilità della conservazione delle chiavi private e come questo comporti una grande responsabilità, poiché la perdita della chiave privata significa l’impossibilità di accedere ai fondi.
Il report menziona anche altre tecnologie emergenti legate a Bitcoin, come il mnemonic phrase, che è la serie di parole utilizzate per accedere al wallet, e il protocollo BIP38, che consente l’utilizzo di una passphrase per proteggere la chiave privata.
Inoltre, il documento sottolinea l’importanza delle cosiddette “soluzioni di layer 2” per la crittografia delle transazioni. Queste soluzioni sono sistemi o protocolli costruiti sopra le blockchain, come ad esempio la rete Lightning per il Bitcoin, che mira a ridurre le commissioni e aumentare la velocità delle transazioni. Nel report si spiega come queste soluzioni potrebbero complicare ulteriormente il lavoro delle forze dell’ordine nelle indagini sui reati finanziari.
Il report cita anche l’importanza della crittografia DNS, che potrebbe creare problemi per le indagini delle forze dell’ordine, in quanto potrebbe rendere più difficile l’accesso e l’elaborazione del traffico DNS dei sospetti.
Insomma, sembrerebbe che le autorita’ europee abbiano una buona conoscenza di quali siano i maggiori ostacoli alla sorveglianza quando si tratta di Bitcoin.
Chat Control v2.0 e la Lotta alla Crittografia
La lotta contro la crittografia fa parte di una più ampia campagna per la sorveglianza di massa in Europa, promossa da Europol e dalla Commissione europea. Di recente, il Consiglio europeo ha dato il via libera alla proposta “Chat Control v2.0“, che verrà presto discussa a Bruxelles.
La proposta “Chat Control 2.0” dell’Unione Europea prevede l’obbligo per i fornitori di servizi di e-mail e messaggistica di effettuare la scansione automatica di tutte le conversazioni private alla ricerca di contenuti sospetti, come materiale di sfruttamento sessuale minorile. Questo includerebbe anche i servizi criptati end-to-end. L’obiettivo dichiarato è combattere l’abuso sessuale minorile, ma ciò comporterebbe una sorveglianza di massa attraverso la scansione automatizzata in tempo reale di messaggi e chat, minando così la privacy delle comunicazioni digitali.
La proposta è stata fortemente contestata dal Parlamento Europeo, che si è espresso quasi unanimemente contro il controllo indiscriminato delle chat. Tuttavia, la Commissione Europea continua a sostenere questa misura estrema. Il dibattito è ancora in corso tra le istituzioni dell’UE, con posizioni divergenti tra Parlamento, Consiglio e Commissione.