Salvare le chiavi private nel DNA: Bitcoin come informazione

Salvare le chiavi private nel DNA: Bitcoin come informazione

Traduzione dall’originale di Daniel Howell – pubblicato il 13 mar 2024

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Di recente ho convertito una seed phrtase di Bitcoin in una sequenza di DNA, solo perché mi è possibile farlo. Utilizzando solo le prime quattro lettere delle parole seme di BIP39, una frase seme di 12 parole può essere memorizzata in soli 48 nucleotidi di DNA. (Per fare un confronto, un gene medio è lungo diverse migliaia di nucleotidi e il genoma umano completo contiene oltre 3 miliardi di nucleotidi). Qualsiasi studente di genetica potrebbe, in pochi giorni, trasformare la mia sequenza di parole seme in un vero e proprio filamento di DNA e inserirlo in E. coli o in un altro ospite adatto per la conservazione (e la propagazione) all’interno di un organismo vivente.

Il DNA è solo una delle modalità di memorizzazione e trasmissione delle informazioni. Ci sono numerosi altri modi per farlo e una volta che le informazioni sono ampiamente distribuite è quasi impossibile estinguerle, motivo per cui sarà impossibile fermare Bitcoin su scala globale con regolamenti, leggi o persino con la violenza. Il solo fatto che sia possibile memorizzare una chiave privata di Bitcoin nel DNA dimostra l’inutilità del tentativo di vietare Bitcoin. Una volta liberate, le informazioni sono difficili da contenere.

Ma perché l’informazione è così difficile da contenere? Forse perché l’informazione è un’entità fondamentale dell’universo. Per secoli gli scienziati hanno pensato che l’universo fosse fatto solo di materia ed energia. Oggi sappiamo che è fatto di materia, energia e informazione. L’informazione può essere immagazzinata nella materia e trasmessa con l’energia, ma l’informazione stessa non è nessuna delle due. Einstein ha dimostrato che la materia e l’energia sono intercambiabili (E=mc2), ma non possono essere né create né distrutte. Al contrario, l’informazione può essere creata e distrutta, ma nessuna delle due cose risulta essere facile. E una volta che l’informazione è stata creata e ampiamente distribuita, è sempre più difficile distruggerla.

Le parti dell’informazione

Le informazioni sono destinate a essere inviate e ricevute tra due o più parti. Il mittente le invia con uno scopo cioè per stimolare l’azione del destinatario. Le informazioni hanno cinque componenti gerarchiche:

Fedeltà

Sintassi (codice o grammatica)

Semantica (significato)

Pragmatica (azione)

Apobetica (scopo)

Fedeltà

La fedeltà è l’elemento più basso dell’informazione, ma è assolutamente necessaria per il successo della trasmissione. Un tempo era un problema importante per le comunicazioni via cellulare e Internet. Ricordate la pubblicità “Mi senti adesso?“? Con il progresso tecnico, la bassa fedeltà è diventata alta fedeltà (che stranamente è diventata fedeltà wireless, o Wi-Fi). In generale, non ci preoccupiamo della fedeltà, a meno che non sia carente. (Mi sentite ora?)

Il codice e la lingua

La sintassi si riferisce al codice o alla grammatica utilizzata per trasmettere le informazioni. Un codice è un insieme di simboli che rappresentano bit di informazione interconnessi temporalmente o spazialmente. In altre parole, i simboli possono essere collegati tra loro nel tempo o nello spazio per raggiungere il livello successivo di informazione (semantica). I simboli utilizzati possono variare enormemente. Si tratta, tra l’altro, delle lettere che compongono un alfabeto, dei gesti delle mani (ad esempio, il linguaggio dei segni americano), delle note musicali (ad esempio, le vecchie connessioni modem e i telefoni a toni) o dei nucleotidi del DNA e dell’RNA. Anche il numero di simboli utilizzati può variare. La maggior parte degli alfabeti utilizza 20-35 lettere, il codice nucleotidico utilizza quattro elementi chimici (abbreviati in A, U, C e G) e il codice binario utilizzato dai computer ha solo due simboli (0 e 1) che rappresentano gli stati on e off. Il numero e il tipo di simboli utilizzati non sono scelti a caso. Ad esempio, possono essere determinati dalla modalità di trasmissione o per soddisfare un’esigenza specifica.

I simboli possono essere scelti per la modalità di trasmissione o per soddisfare un’esigenza specifica.

Un codice comune è essenziale perché le informazioni siano comunicate con successo. In altre parole, il codice deve essere noto sia al mittente che al destinatario. Inoltre, poiché il codice non è di per sé l’informazione, ma solo il fornitore dell’informazione, qualsiasi codice particolare può essere tradotto in qualsiasi altro codice. Ad esempio, le lingue umane scritte possono essere tradotte da una all’altra:

Vai a dirlo sulla montagna…

Va le dire sur la montagne…

Va a contario en la montaña…

La frase di cui sopra può anche essere tradotta con gli occhi, il cervello e la bocca dell’uomo, da simboli su una pagina in onde sonore (simboli acustici) nell’aria, che possono essere captate da un microfono e convertite in segnali elettrici nei fili e poi in onde radio trasmesse nello spazio per essere captate da un’antenna sulla stazione spaziale, ritrasformate in segnali elettrici e quindi convertite da un altoparlante in onde sonore per essere ascoltate dalle orecchie di un altro uomo. Nelle orecchie del nostro astronauta umano, il segnale viene convertito da onde d’aria a onde di fluido nella coclea e poi a impulsi nervosi elettrici trasportati al cervello per essere interpretati dai neuroni. Nel cervello, questi neuroni danno in qualche modo un senso alla stringa originale di simboli, il che ci porta al livello successivo di informazione: la semantica o significato.

Semantica, pragmatica e apobetica

La semantica è il significato o l’intento di un messaggio (una stringa di simboli). L’attribuzione del significato ai simboli è un processo mentale. Questo non avviene a livello di macchina, ma a livello umano. Quando leggete un libro, non vi interessa la fedeltà (a meno che non sia carente) o la sintassi (a meno che la grammatica non sia orribile o si tratti di una lingua che non capite). Ci interessa invece il significato veicolato dal messaggio, cioè la semantica. Sebbene i computer siano in grado di immagazzinare e trasmettere informazioni con facilità e di eseguire operazioni logiche attraverso i transistor, non possono interpretare in modo significativo le informazioni come può fare un essere umano. I nodi raspberry pi, i portafogli hardware o gli ASIC comprendono Bitcoin come un essere umano? Penso di no.

L’obiettivo di una comunicazione significativa è quello di indurre un’azione nel destinatario. Questo obiettivo di azione rappresenta il livello pragmatico dell’informazione. Il motivo per cui il mittente desidera sollecitare questa risposta è lo scopo dell’informazione, che rappresenta il livello apobetico dell’informazione. Questi livelli più alti di informazione richiedono una vera intelligenza da parte di entrambe le parti, persino una volontà. Resta da vedere se i computer potranno mai possedere una volontà.

Vai a raccontarlo sulla montagna…” è una stringa di simboli (codice) che crea un messaggio significativo (semantica) con il mittente che si aspetta (apobetica) una risposta dal destinatario (pragmatica). Il messaggio può essere ricevuto solo se trasmesso in modo adeguato (buona fedeltà).

Bitcoin come informazione

Bitcoin (il programma) è un codice informatico scritto in un particolare linguaggio di codifica. Dal software alla blockchain alle coppie di chiavi dei portafogli, il bitcoin è informazione. Queste informazioni possono essere memorizzate, trasmesse e replicate in unità flash, libri stampati o molecole di DNA. Poiché ora è così ampiamente dispersa, a questo punto è praticamente impossibile distruggerla. Ai politici e ai banchieri può non piacere, ma il genio è uscito dalla bottiglia e non può essere fermato ora. Come si dice, non si può vietare il Bitcoin, si può solo vietare a se stessi di usare il Bitcoin.

La fedeltà e la sintassi sono le parti operative dell’informazione. La semantica, la pragmatica e l’apobetica sono i livelli superiori dell’informazione che riguardano lo scopo e la risposta degli esseri intelligenti in base al significato del messaggio. In Bitcoin, la fedeltà – o chiarezza della trasmissione – è raggiunta da Internet (ed è stata raggiunta anche dalla radio HAM) che collega una rete di nodi, minatori e portafogli. La sintassi di Bitcoin consiste nei linguaggi di codifica utilizzati per scrivere ed eseguire Bitcoin Core e il relativo software su tali dispositivi. Il significato, o semantica, di Bitcoin è un token digitale perfettamente scarso e immutabile. Gli scopi più elevati di Bitcoin – la pragmatica e l’apobetica – sono dimostrati dagli utenti che fanno girare i miners (ASICs, n.d.t.), i nodi e i portafogli, che sono motivati e cercano di mettere al sicuro le loro ricchezze dal furto, sia contro la rapina che per combattere la svalutazione.

Internet è ormai un sistema di comunicazione maturo e ad alta fedeltà. Non può essere distrutto senza distruggere contemporaneamente l’umanità come la conosciamo. I codici informatici e i linguaggi utilizzati da Bitcoin sono sufficientemente distribuiti da rendere sostanzialmente impossibile la loro eliminazione. Ma anche se si riuscisse in qualche modo a distruggere la fedeltà e la sintassi della rete, l’idea di Bitcoin – la semantica, la pragmatica e l’apobetica – è troppo diffusa per essere sconfitta. A questo punto, è entrata nelle menti di milioni di persone in tutto il mondo. Forse si potrebbe distruggere Internet, ogni disco rigido che contiene la blockchain e ogni singolo computer che utilizza Bitcoin, ma si dovrebbe dare la caccia a ogni singolo Bitcoiner per sradicare l’idea di Bitcoin. E chissà, a causa delle azioni ingovernabili di qualche scienziato pazzo, potreste dover dare la caccia anche a tutti gli E. coli.

Daniel Howell

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