Sopravvissuti alle sparatorie: più cittadini armati per proteggere

Sopravvissuti alle sparatorie: più cittadini armati per proteggere

Di recente, alcuni sopravvissuti a sparatorie di massa hanno espresso il loro desiderio di avere più cittadini armati presenti durante queste tragedie. È quanto riportato da Michael Clements in un articolo pubblicato da The Epoch Times. I sopravvissuti ritengono che avere più “bravi ragazzi con le pistole” potrebbe potenzialmente salvare vite in caso di sparatoria di massa.

L’articolo mette in luce le esperienze di due sopravvissuti, Rob Young e Zachary Poston. Young è stato vittima della sparatoria della Stockton Schoolyard nel 1989, dove è stato ferito due volte ma è sopravvissuto. Poston era presente durante la sparatoria nella chiesa di Sutherland Springs nel 2017, dove sua nonna è stata uccisa.

Sia Young che Poston sono convinti che l’accesso alle armi non abbia causato queste tragedie e che avere cittadini armati avrebbe potuto potenzialmente fermare gli attentatori. Sostengono che la soluzione alle sparatorie di massa non sono leggi più restrittive sulle armi, ma affrontare le cause profonde della violenza e avere più individui addestrati con armi per proteggere contro minacce potenziali.

Gli attivisti per il controllo delle armi, d’altra parte, ritengono che leggi più severe sulle armi, come il divieto delle armi d’assalto, potrebbero prevenire o ridurre la gravità delle sparatorie di massa. Argumentano che armi come quella usata nella sparatoria di Stockton siano progettate per causare il massimo danno e non dovrebbero essere accessibili al pubblico.

L’articolo menziona anche la recente istituzione dell’Ufficio della Casa Bianca per la Prevenzione della Violenza Armata da parte del presidente Joe Biden e la spinta per misure più severe sul controllo delle armi da parte della vicepresidentessa Kamala Harris.

Tuttavia, sopravvissuti come Young e Poston ritengono che il focus dovrebbe essere sull’affrontare le cause profonde della violenza e dare potere agli individui di proteggere se stessi e gli altri in caso di sparatoria di massa. Argumentano che avere più “bravi ragazzi con le pistole” potrebbe potenzialmente salvare vite e prevenire tragedie come quelle che hanno vissuto.