Una legge per proteggere le chiavi private di Bitcoin
La legge in questione, dopo essere approvata dal Senato e dalla Camera del Wyoming, ha ora bisogno dell’ultimo passaggio – e cioè della firma del Governatore – per poter diventare effettiva.
E così lo Stato Wyoming ha approvato una nuova normativa che tutela i propri cittadini dalla forzata rivelazione delle proprie chiavi private Bitcoin. Se la legge dovesse essere firmata dal governatore, entrerà in vigore il prossimo luglio.
Di seguito uno stralcio della traduzione italiana:
“Nessuna persona potrà essere obbligata a produrre una chiave privata o a renderla nota a qualsiasi altra persona in qualsiasi procedimento civile, penale, amministrativo, legislativo o di altro tipo in questo Stato che riguardi un bene digitale, un’identità digitale o altri interessi o diritti a cui la chiave privata fornisce accesso, a meno che una chiave pubblica non sia indisponibile o non sia in grado di rivelare le informazioni richieste in relazione al bene digitale, all’identità digitale o ad altri interessi o diritti”.
Giusto sottolineare che non si fa menzione del fatto che la legge si applichi solo alle chiavi Bitcoin. Quindi essa potrebbe anche applicarsi alle chiavi private per altri scopi, come i sistemi di identità decentralizzati. E’ il solido impegno della già nota senatrice Cynthia Lummis a favore di Bitcoin e del quadro normativo che ha spinto gli sforzi dello Stato Wyoming verso l’adozione di Bitcoin in tutto il paese.
Christopher Allen, pioniere della crittografia su Internet e direttore esecutivo di Blockchain Commons, convinto sostenitore dell’importanza di proteggere la sovranità delle chiavi private, ha descritto il motivo per cui il Wyoming è uno Stato all’avanguardia per questo tipo di legislatura.
“Il Wyoming ha una lunga tradizione di good fences make for good neighbors, e come piccolo Stato americano ha una legislatura propriamente democratica e vicina ai cittadini che ben si sposa con il concetto di self-sovereignty di Bitcoin e di identità digitale”.
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