WikiLeaks: i File dei Crimini di Guerra ora su Bitcoin

Un misterioso progetto chiamato “Project Spartacus” sta cercando di immortalare sulla blockchain di Bitcoin le migliaia di file riguardanti la guerra in Afghanistan pubblicati da Julian Assange su WikiLeaks nel 2010.

Il progetto sfrutta gli Ordinals, un protocollo per Bitcoin che consente a chiunque di aggiungere dati arbitrari alla timechain di Bitcoin. Date le proprietà di Bitcoin e della sua rete decentralizzata, una volta che i dati vengono aggiunti alla sua blockchain non possono mai essere rimossi o modificati.

Tale proprietà di immutabilità e ovviamente risulta essere ottima per il caso d’uso della lotta alla censura delle informazioni. Da questo punto di vista, sembrerebbe infatti che Project Spartacus abbia come obbiettivo quello di promuovere la libertà di informazione, rendendo impossibile a chiunque di modificare i dati per cui Assange ha rischiato la vita per rendere pubblici.

Il sito web di Project Spartacus fornisce un’interfaccia pubblica attraverso la quale qualsiasi persona può “inscrivere”- un determinato file relativo alla guerra. Non ci sono commissioni associate a questa azione oltre alle solite commissioni di rete, un componente necessario per qualsiasi transazione inviata alla rete Bitcoin.

Nella sezione “manifesto” viene precisato che:

Il progetto Spartacus invita i sostenitori a restare uniti contro la persecuzione da parte del governo di giornalisti, editori e informatori sfruttando la resistenza alla censura di Bitcoin

Il sito presenta anche un pulsante “dona”, che apre un pannello attraverso il quale gli utenti possono inviare Bitcoin alla causa di Assange. Si legge sul sito che le donazioni andranno a sostenere le seguenti organizzazioni: Freedom of the Press Foundation, The Information Rights Project e Reporters Without Borders.

Bitcoin, comunemente visto come una rete monetaria, può anche fungere anche come piattaforma decentralizzata e resistente alla censura, in questo caso grazie agli Ordinals. Creato l’anno scorso dallo sviluppatore Bitcoin Casey Rodarmor, l’obbiettivo del protocollo Ordinals indicizza i satoshi del protocollo Bitcoin e permette a chiunque di aggiungere dati sulla blockchain che vengono poi associati ai sats individuali. Cosi facendo, coloro i quali aderiscono a questo protocollo possiedono (o, come direbbero altri, si illudono di possedere) dati come immagini e file html.

Che uno sia a critico o meno del protocollo Ordinals, Project Spartacus dimostra (anche con un certo livello di mediaticità) che la moda degli NFT su Bitcoin incentiva l’utilizzo dello spazio sulla blockchain per finalità da molti considerabile come lodevole.

Il progetto Spartacus è un’iniziativa interessante che potrebbe avere un impatto significativo sul mondo del giornalismo e della libertà di espressione in generale, in quanto Bitcoin rimane il metodo migliore per poter inscrivere informazioni digitalmente e avere la quasi-certezza che queste sopravviveranno per un certo periodo di tempo.

Al momento sono poco piu’ di 250 i file inclusi nella blockchain (su un totale di quasi 77 mila). Se l’iniziativa avrà successo da un punto di vista mediatico, potrebbe mostrare al grande pubblico come Bitcoin possa essere un mezzo ideale per conservare e distribuire informazioni sensibili e censurate. E ovviamente potrebbe anche scatenare l’ira dei potenti. Ricordiamo a tal proposito che gia’ in epoca non sospetta Satoshi stesso pronuncio’ le seguenti parole:

WikiLeaks ha dato un calcio al vespaio e lo sciame ora si sta dirigendo verso di noi