Il Libano svaluta la propria moneta del 90%

Il Libano intende svalutare la propria valuta del 90% a partire da oggi. È quanto ha reso noto il governatore della banca centrale del Paese, Riad Salameh.

La svalutazione della moneta da parte delle banche centrali comporta conseguenze negative per i cittadini comuni come l’aumento del costo delle importazioni, riduzione del valore dei risparmi e dei salari, riduzione del potere d’acquisto, riduzione degli investimenti esteri, perdita diffusa della (eventuale) fiducia nella moneta e aumento dell’inflazione. E, conseguentemente, l’abbassamento del tenore di vita dei cittadini libanesi che lavorano.

La prima decade degli anni 2000 gli investitori nel settore bancario libanese sono stati attirati dagli alti tassi di interesse offerti dalle banche locali. Ad un certo punto si sono accorti però che questo sistema non era più sostenibile in quanto il governo non poteva rimborsare le banche, che a loro volta non potevano rimborsare gli investitori. E così la banca centrale ha iniziato a stampare moneta e a rimborsare gli investitori, portando il Libano ad una situazione di iperinflazione.

L’accordo con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) del salvataggio da 3 miliardi di dollari, è ampiamente considerato la soluzione ideale per il Libano per iniziare a ripristinare la fiducia nel suo sistema finanziario e riprendersi dal collasso  per le perdite del settore finanziario, stimate in circa 70 miliardi di dollari e ritenute il risultato di decenni di spese dispendiose, corruzione e cattiva gestione. 

Così come succede in questi casi i governi e banchieri corrotti stampano denaro, svalutano la loro moneta e gestiscono male i risparmi dei loro cittadini, distruggendo l’economia e impoverendo la popolazione. 

La parte peggiore di questa imminente svalutazione è che non farà nulla per permettere ai semplici cittadini libanesi di recuperare i loro risparmi in dollari, che sono tenuti in ostaggio dalle banche libanesi dal 2019.

E non si pensi che tutto ciò non potrebbe mai succedere a noi occidentali!

Il cuore del problema della moneta convenzionale è la fiducia che è indispensabile per farla funzionare. È necessario fidarsi della banca centrale per non svalutare la moneta, ma la storia delle valute fiat è ricca di violazioni di questa affidabilità.

Abbiamo visto altre volte che le banche centrali possono svalutare una valuta, gonfiarne l’offerta o imporre controlli sui capitali per puro capriccio, mentre Bitcoin funziona in base a una politica monetaria trasparente e prevedibile che non si presta ad attacchi di questo tipo.

Ci saranno sempre e solo 21 milioni di Bitcoin e nessun governo o banca centrale potrà mai cambiare questa cosa. Oltre il 91% è già in circolazione – anche se milioni di essi sono probabilmente perduti per sempre.

Il Bitcoin costituisce un bene di rifugio per gli investitori che cercano di proteggere il proprio capitale dalla svalutazione della moneta e da altre forme di manomissione del mercato. È cose che, a tutti noi prima o poi, servirà il Bitcoin.