La piccola isola che funge da filo conduttore nella guerra tra Stati Uniti e Cina
di Weimin Chen
All’inizio di quest’anno l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha nominato Island in Between nella categoria Miglior cortometraggio documentario al novantaseiesimo Academy Awards. Anche se alla fine non è riuscito a portare a casa l’Oscar, il documentario ha attirato l’attenzione sulla poco conosciuta isola Kinmen e sulla sua precaria posizione come punto di svolta nelle relazioni tra Taiwan, la Cina continentale e il continuo coinvolgimento degli Stati Uniti. Il regista taiwanese/americano, S. Leo Chiang, racconta scene di vita della gente del posto contrapposte alla temuta possibilità di guerra che incombe sulle loro teste, poiché le coste della terraferma si trovano a distanza visibile.
Nel documentario un enorme altoparlante puntato sulla baia di Xiamen diffonde la voce della cantante pop taiwanese Teresa Teng, mentre canta dolcemente i suoi successi e lancia provocazioni politiche alla città continentale più vicina: “Spero solo che tutti voi sulla terraferma godrete della stessa democrazia e libertà di cui godiamo noi”. Chiang lo ha ribadito anche in un’intervista:
da qui si possono vedere, sentire e percepire cose che non si vedono, sentono e percepiscono da Taipei o dal resto dell’isola di Taiwan. Molti di loro [che vivono a Taiwan] credono che siamo sempre stati amichevoli con la gente in Cina e sosteniamo relazioni più strette [con la Cina].
La sfumatura del popolo taiwanese nella gestione delle relazioni con la Cina sembra del tutto sfuggita agli americani e si vede nella politica di Washington.
Confermati i Berretti verdi di stanza a poche miglia dalle coste della Cina
L’isola principale di Kinmen si trova a sole sei miglia dalla città cinese continentale di Xiamen e alcune parti dell suo arcipelago sono a sole 2,5 miglia di distanza. Mentre Taiwan e il suo ruolo chiave nelle tensioni tra Stati Uniti e Cina stanno guadagnando attenzione, molte meno persone hanno sentito parlare di Kinmen. Ciò potrebbe cambiare man mano che gli Stati Uniti aumentano il loro livello di impegno, inviando lì consiglieri militari e forze speciali dell’esercito americano, meglio conosciute come Berretti Verdi.
Solo un paio di settimane dopo la nomination all’Oscar per Island in Between è stato annunciato che i consiglieri militari statunitensi avrebbero iniziato dispiegamenti a lungo termine sull’isola per assistere nell’addestramento nei campi anfibi dell’esercito taiwanese e migliorare le loro capacità nel contrastare le incursioni nemiche. Gli schieramenti sono stati pianificati insieme a vari altri tipi di supporto per l’esercito di Taiwan ai sensi della legge sull’autorizzazione della difesa nazionale del 2023 e includono anche i Berretti verdi del 1° Gruppo delle Forze Speciali, che sono permanentemente di stanza in due basi del 101° Battaglione di Ricognizione Anfibia. La presenza di Berretti verdi a Kinmen e in un altro gruppo di isole periferiche chiamato Penghu è stata confermata dal ministro della Difesa taiwanese, Chiu Kuo-cheng.
Un altro aspetto della cooperazione ai sensi del National Defense Authorization Act include l’addestramento da parte dei Berretti verdi delle loro controparti a Taiwan sull’uso del Black Hornet Nano, un piccolo veicolo aereo senza pilota che assiste nella sorveglianza e nella raccolta di informazioni. Il comando dell’aviazione e delle forze speciali taiwanesi ha mostrato interesse per l’acquisto di questi microdroni e probabilmente gli Stati Uniti accetteranno. Nessuno crede veramente che un gruppo di forze speciali dell’esercito americano di stanza a Kinmen con piccoli droni di osservazione farebbe alcuna differenza se la Cina avviasse un’invasione. Sembra che questa mossa serva come presa di posizione contro la Cina, soprattutto come segnale che l’America stanzierà sfacciatamente e apertamente forze speciali a poche miglia dalla terraferma. È a dir poco provocatorio, soprattutto perché anche un piccolo errore di calcolo potrebbe portare al conflitto aperto.
Fiammate su Taiwan
Poche settimane dopo il sopraccitato stanziamento di forze speciali, la tensione è divampata a Kinmen quando due pescatori cinesi sono annegati in seguito a un inseguimento da parte della guardia costiera taiwanese la quale è stata accusata di aver oltrepassato la sua giurisdizione; a questo fatto la guardia costiera cinese ha risposto salendo su una barca turistica e scortandola di nuovo a Kinmen. Il giorno successivo i taiwanesi hanno affermato di aver allontanato le navi della guardia costiera cinese che erano entrate nelle acque vicino all’isola. Anche se questi incidenti non hanno comportato conseguenze più gravi, la crescente attenzione su Kinmen sta sollevando segnali d’allarme sul fatto che l’isola sta diventando un punto caldo per le tensioni tra le due sponde dello Stretto.
Taiwan è stata proclamata parte integrante della Cina dalla Repubblica popolare con rivendicazioni che risalgono a prima della fine della guerra civile cinese. Xi Jinping ha messo in gioco la sua reputazione e la sua eredità nella riunificazione dell’isola con la terraferma. Alti funzionari dell’intelligence americana affermano che Xi ha ordinato ai suoi militari di essere pronti a invadere l’isola entro il 2027. In questo contesto l’esercito cinese ha aumentato il dispiegamento di forze aeree che attraversano le zone di identificazione aerea di Taiwan, ha eseguito esercitazioni marittime e ha fatto sentire il suo peso nel Mar Cinese Meridionale.
Parlando al Washington Post, Tom Shugart, membro senior aggiunto del Center for a New American Security, ha affermato che “queste esercitazioni diventano sempre più grandi. Poiché il numero e la frequenza continuano a crescere, diventa molto più difficile sapere se la prossima volta sarà quella vera”. Le posizioni e le linee di politica del governo americano che lo pongono apertamente in opposizione alla Cina in una rivalità geopolitica hanno spinto le relazioni a livelli molto bassi.
Alle porte di chi?
Chiang conclude il suo documentario chiedendosi: “Quando questi giovani arriveranno a Kinmen, saranno meravigliati, come me, dei tramonti pacifici? Gli stessi che mio padre deve aver visto quando prestava servizio qui tanti anni fa? E dalla gentilezza delle persone di qui che sono intrappolate nel fuoco incrociato?” Le sue parole suonano vere sia per i giovani taiwanesi che si recano a Kinmen per il servizio militare obbligatorio, sia per le truppe americane che ora sono di stanza lì. A livello generale, Kinmen, Taiwan e tutti i loro abitanti sono tragicamente nel mirino della rivalità tra Stati Uniti e Cina.
Come nel caso della narrativa sull’Ucraina e l’invasione russa, la narrativa americana riguardo Taiwan punta alle azioni provocatorie della Cina nei confronti di quest’ultima, respingendo al tempo stesso la possibilità che le consegne di armi e il rafforzamento militare di Washington in quella parte della regione indo-pacifica vengano percepiti come provocazioni dal punto di vista di Pechino. In un discorso elettorale del 2016, Hillary Clinton affermò che “Mosca ha intrapreso un’azione militare aggressiva in Ucraina, proprio alle porte della NATO”. Chi è alle porte di chi adesso? Un rapido sguardo alla mappa dell’Ucraina orientale e di Taiwan rispetto a Stati Uniti, Russia e Cina dovrebbe rappresentare una risposta esaustiva.
È un brillante esempio che riporta alla memoria il pezzo “Imagine” di Ron Paul, dove l’ex-membro del Congresso predicava quel tipo di empatia strategica che richiede di mettersi nei panni dell’altro, in modo da vedere come stanno le cose anche dall’altra parte. Che effetto ha sulla Cina quando una superpotenza che si trova a quasi settemila miglia dall’altra parte del Pacifico schiera apertamente le sue forze speciali a distanza ravvicinata dalle coste cinesi, su un’isola tra la terraferma e Taiwan? Chi è alle porte di chi?
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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