Alla scoperta del Bitcoin Parte 4: Serve un Nuovo Piano!
Un’introduzione a Bitcoin il periodo della storia monetaria precedente al denaro fiat.
di Giacomo Zucco – scritto al blocco 595100, epoca III
Leggete l’introduzione alla serie, “alla scoperta del Bitcoin”, Parte 1: Il tempo, alla scoperta di Bitcoin Parte 2: Le persone e alla scoperta di Bitcoin Parte 3: Il denaro.
In questa nuova puntata della serie “Alla scoperta di Bitcoin”, ci focalizzeremo sulle strategie precedentemente acquisite di ottimizzazione della “durezza”, “scalabilità” e “oscurità” per esplorare i concetti di virtualizzazione e decentralizzazione.
Il percorso verso la virtualizzazione del denaro
La domanda “Dove?” ci porterà alla fine (piuttosto infelice) del Piano A e all’inizio del Piano ₿!
Abbiamo visto nell’articolo precedente che, grazie ai vostri nobili sforzi, ora tutti usano l’oro e l’argento come moneta. (Con questi risultati, decidete che l’innovazione monetaria è la vostra vera vocazione: vendete la vostra flotta di pescherecci per dedicarvi esclusivamente a questo).
La prossima innovazione che introducete è il “conio”. Mentre prima le persone dovevano sostenere importanti costi di verifica quando ricevevano denaro in metallo, ora è possibile pre-firmare misure standard (ovviamente si chiede una tassa per tale servizio, chiamato “signoraggio”), e tutti possono semplicemente verificare a basso costo la vostra firma.
La circolazione del denaro (particolarmente interessante per il Bitcoin, poiché è simile alla pericolosa pratica nota come “SPV”, di cui parleremo più avanti nella Parte 7) aumenta la durezza a livello locale, poiché minori costi di verifica implicano maggiori costi di falsificazione per i contraffattori occasionali.
Ma se da un lato la durezza aumenta a livello locale, dall’altro essa può diminuire a livello globale: ora avete la possibilità di gonfiare la massa monetaria con un trucco chiamato “svilimento” (basta mettere meno oro nelle vostre monete di quanto avevate promesso in origine, aumentando segretamente la vostra tassa di signoraggio).
Poi viene inventata la “custodia”; anziché assicurare direttamente le loro monete, le persone possono affidarle a voi, in cambio di certificati convertibili. Poiché sfruttate le economie di scala e la specializzazione, siete diventati abbastanza efficienti nel mettere al sicuro il denaro altrui (ovviamente a pagamento).
In un certo senso, la custodia e’ ottima in quanto aumenta drasticamente la scalabilità! Tanto da aiutare il processo di convergenza a raggiungere il suo compimento finale. Dovendo conservare solo carta invece di oro fisico (poco divisibile) e argento fisico (poco trasportabile), la gente converge sul primo (denaro più duro), ma demonetizzando il secondo (il cui premio monetario finirà inevitabilmente per crollare).
Ma l’oscurità e la durezza globali potrebbero invece diminuire: nella fase di riscatto, si potrebbero facilmente tracciare e censurare le transazioni, oppure si potrebbe praticare la cosiddetta “riserva frazionaria” (mantenendo meno garanzie rispetto ai certificati emessi, in pratica gonfiando l’offerta “virtuale”).
Il completamento della virtualizzazione del denaro
La vostra prossima proposta è la virtualizzazione completa. (piccola curiosita’: Bitcoin viene spesso definito “denaro virtuale”, ma il denaro è già “virtuale” da secoli). Questa consiste nella fusione tra custodia e conio: Invece di affidarvi semplicemente delle monete firmate per riscattarle in seguito, le persone possono iniziare a commerciare direttamente i vostri certificati cartacei firmati, utilizzandoli come mezzo di scambio. Finalmente avete inventato le “banconote”!
Non si tratta più di denaro-merce, ma di una sorta di “denaro-informazione” (non ancora quello che chiamiamo “denaro fiat”, però – è ancora una forma di innovazione del libero mercato, emersa dalla società senza alcun tipo di imposizione legale, fornita da diversi attori in competizione e garantita da oro fisico in custodia). Certo, potreste abusare della censura, dello svilimento e della riserva frazionaria, ma non siete Mario (il nostro bullo della Parte 3); siete un professionista rispettabile, e questi cattivi incentivi sono mitigati dalla pressione competitiva di molti altri fornitori.
Potremmo considerare il processo di virtualizzazione come un caso estremo di specializzazione (dopo che il denaro ha permesso la suddivisione del lavoro, la gestione del denaro stesso è diventata un lavoro specializzato). È un processo di centralizzazione, in cui il collaterale si sposta fisicamente da molti utenti a pochi fornitori di servizi.
In definitiva, la domanda “Dove?” non è di natura geografica: Si tratta piuttosto di controllo. Il fornitore può avere casseforti, o zecche di stato dislocate in tutto il mondo, ma il suo controllo è centralizzato.
Una svolta sbagliata: il monopolio
Non vi siete dimenticati di Mario il bullo, vero? Bene, perché è il personaggio principale della trasformazione del denaro virtuale del libero mercato in denaro fiat! Per un po’ ha fatto finta di essere un semplice concorrente dei vostri servizi di custodia e conio, ma ora sta finalmente rivelando la sua vera natura.
Prima, sebbene stato piuttosto difficile per lui prendere il controllo del processo decentralizzato di scambio di pepite d’oro. Ma ora ci sono alcune grandi entità pubbliche, fidate e vulnerabili di cui può facilmente prendere il controllo.
In primo luogo, Mario usa minacce di violenza fisica per stabilire un monopolio obbligatorio sul denaro virtuale (o anche sul denaro tout court, a prescindere dal fatto che la variante fisica sia ormai fuori moda), dichiarando “illegali” tutti i servizi monetari alternativi, compreso il vostro. Poi obbliga tutti ad accettare sempre la sua particolare marca di denaro virtuale come pagamento al valore nominale. (Gli piace chiamare quest’obbligo “legge sulla valuta a corso legale”).
Infine, abolisce qualsiasi tipo di riscattabilità dei suoi certificati in oro vero. Ora l’offerta di denaro è definita politicamente (da banchieri centrali nominati da Mario, che possono finalmente attuare “politiche monetarie” per plasmare l’economia in base ai suoi obiettivi politici), mentre la domanda di denaro è guidata politicamente (dal momento che le persone sono costrette a possedere la moneta a corso legale per pagare le tasse a Mario, e sono costrette ad accettarla al valore nominale quando commerciano).
Finora, nel contesto del denaro virtuale del libero mercato, la concorrenza e le forze di mercato avrebbero potuto in qualche modo incentivare gli emettitori di banconote a “comportarsi bene”. Con il denaro fiat, grazie al monopolio legale e alle leggi sul corso legale, ora non c’è più concorrenza, almeno non nel contesto della “giurisdizione” di Mario. (Ci sono altri Mario più piccoli in tutto il mondo, ma tutti si sono uniti al nostro Mario in un enorme cartello).
Internet e la digitalizzazione
Entrate finalmente nell’era digitale! Con il commercio online, le persone devono effettuare transazioni su Internet, ma non possono scambiare carta fisica. Il denaro fiat di Mario (che è già virtuale) migra verso versioni digitali che sono ordini di grandezza più efficienti: la scalabilità aumenta di nuovo!
Qualcuno potrebbe obiettare che, sfruttando le tecnologie digitali, la scalabilità sarebbe aumentata ancora di più nel contesto competitivo del denaro digitale del libero mercato (poiché un monopolio mantiene alti i costi e bassi i tassi di efficienza, trasparenza e innovazione). Ma dal momento che le cose stanno comunque migliorando, nessuno si lamenta più di tanto.
Ma la durezza e l’oscurità diminuiscono drasticamente: l’offerta di moneta può essere manipolata a livelli mai visti prima e Mario può ora tracciare e censurare le transazioni a livelli orwelliani.
Come imprenditori del risparmio, cercate di sfruttare le stesse innovazioni che hanno reso il denaro di Mario così potente per riportare il denaro rappresentativo del libero mercato, ma questa volta “sotto steroidi digitali”. La vostra speranza è che lo stesso Internet che Mario ha sfruttato per aumentare il suo potere possa essere sfruttato anche da voi per aggirare, ignorare le imposizioni di Mario.
Lanciate una startup chiamata “e-gold” (tutto questo è completamente inventato, ovviamente). Il vostro servizio consente a utenti pseudonimi di aprire conti denominati in grammi d’oro fisico e di effettuare liberamente transazioni tra di loro.
Impostate il sistema utilizzando le migliori procedure tecnologiche e ideate strutture di governance innovative. Dopo qualche tempo, il vostro sistema raggiunge 5 milioni di conti, elaborando l’equivalente di 2 miliardi di Mario-dollari all’anno!
Ma nonostante l’ottima esecuzione e l’accoglienza positiva del mercato, tutte le vostre competenze tecniche e legali non possono proteggervi per sempre dalla violenza di Mario. Alla fine, riesce a farvi chiudere l’attività e a mandarvi in prigione, scoraggiando altri imprenditori dal seguire il vostro esempio. (Si orientano invece verso servizi digitali tradizionali -quelli approvati da Mario).
Decentralizzazione: una nuova speranza?
Durante il periodo che passate in prigione come punizione per aver osato provare a fornire denaro migliore di quello di Mario, vi rendete conto di una cosa: è stato molto facile per Mario mandarvi in prigione, chiudere la vostra azienda e spegnere i suoi server, perché le strutture personali, legali e tecniche erano tutti bersagli facili.
E se questa volta sostituiste la vostra identità ufficiale con uno pseudonimo su Internet (il giapponese “Satoshi” potrebbe essere una buona scelta), la vostra azienda a scopo di lucro con un progetto FOSS e il vostro server con un protocollo peer-to-peer? Allora Mario non avrebbe nessun amministratore delegato da incarcerare, nessuna entità legale da sequestrare, e nessun server da chiudere!
L’idea è quella di invertire la tendenza alla centralizzazione che ha prevalso finora, mantenendo la maggior parte dei vantaggi del progresso tecnologico che ha permesso l’e-commerce e l’e-finance.
Finora avete imparato:
- che il processo di virtualizzazione del denaro aumenta notevolmente la sua “scalabilità”;
- che lo stesso processo consente di creare monopoli violenti, che a loro volta diminuiscono notevolmente la “durezza” e l'”oscurità”, soprattutto nell’era digitale;
- che non è possibile combattere efficacemente la monopolizzazione utilizzando entità centralizzate. Bisogna puntare a soluzioni decentralizzate.
Ma come si può effettivamente decentralizzare l’emissione e la proprietà degli asset? Risponderemo alla prima di queste due domande in “Alla scoperta di Bitcoin Parte 5: la scarsità digitale”.
Tradotto dall’originale scritto per Bitcoin Magazine
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