L’ultima vicenda della proposta di legge della senatrice americana Elizabeth Warren ha dimostrato come la comunità Bitcoin considera il progetto di Satoshi invulnerabile, una sorta di fortezza inespugnabile che non può essere abbattuta da alcun attacco.

Questa posizione è comprensibile, dal momento che Bitcoin ha dimostrato una notevole resilienza nel corso dei suoi 15 anni di vita. Tuttavia, sarebbe un errore pensare che Bitcoin sia immune alle azioni ostili a cui stiamo iniziando ad assistere e che indubbiamente continueranno ad arrivare nel corso di questo decennio.

Siamo solo all’inizio di una lunga guerra contro Bitcoin

Quello che è particolarmente importante da capire è che la guerra che Bitcoin si sta facendo carico di combattere è una guerra che potrebbe essere ricordata per tantissime generazioni, una guerra che per molti versi potrebbe essere (molti diranno, impropriamente) paragonata alla contrapposizione tra scienza e religione che ha contraddistinto gli ultimi cinque secoli. Una guerra di tale importanza ha il potenziale di mietere tantissime vittime e di protrarsi per un lungo periodo.

I governi, le banche centrali e molte grandi realtà economiche potrebbero presto essere tutti impegnati a combattere Bitcoin, e potrebbero arrivare ad intraprendere azioni estreme pur di mantenere lo status quo. Alcuni governi (quelli “meno democratici) cercheranno di bannare Bitcoin in maniera abbastanza diretta, altri cercheranno di regolamentarlo, e altri ancora cercheranno di controllarne la rete attraverso attacchi più subdoli.

Un po’ di sana FUD introspettiva

La realtà è che Bitcoin è ancora relativamente vulnerabile a diversi tipi di attacchi. Ad esempio, ci si dimentica troppo spesso che Bitcoin ha bisogno di internet, e i governi (in particolare, gli Stati Uniti) controllano quest’ultimo. Il che significa che solo una minuscola percentuale della popolazione oggi sarebbe in grado di utilizzare il progetto di Satoshi nel caso di un ban totale e indiscriminato.

Basta pensare che la stragrande maggioranza della popolazione utilizza software proprietari come Spotify, Netflix e iOS, nonostante vi siano alternative open source (e piu’ private) gratuite. Veramente ci stiamo illudendo dalla nostra piccola bolla di anarco-capitalisti e nerd che l’uomo della strada verificherà le firme PGP e farà girare un nodo sotto Tor quando gli exchange offrono un’esperienza utente cosi comoda? Se i Bitcoin possono essere comprati su Coinbase o tramite Blackrock e l’utilizzo self-custodial dovesse essere reso ancora più difficile, vi è un rischio non trascurabile che il governo riesca de facto ad appropriarsi dei bitcoin come ha fatto con l’oro in passato.

Per utilizzare un altro esempio, il famoso attacco 51% è molto improbabile ma è ancora possibile. E seppur vi siano dei tentativi lodevoli di decentralizzare il mining, quest’ultimo è ancora fortemente centralizzato e influenzabile da governi e altri attori. Ebbene, il successo di un attacco 51% o di un qualsiasi tentativo di censura ben coordinato avrebbe un impatto incredibilmente grande sulla credibilita’ del progetto e sulla fiducia che la gente porrebbe in esso.

Nulla è sicuro (nemmeno Bitcoin)

Non fraintendete queste parole: al momento Bitcoin sembrerebbe destinato a vincere nel lungo periodo e la maggior parte della famosa FUD non costituisce un rischio vitale per la tecnologia, che parrebbe essere semplicemente troppo sofisticata per essere fermata.

Ma allo stesso tempo, illudersi della “vittoria sicura” di Bitcoin rivela un’ingiustificata sicurezza e, in alcuni casi, una certa pigrizia intellettuale, nonché una limitata conoscenza del passato. La storia è disseminata di esempi in cui leader arroganti e convinti, hanno subito colossali sconfitte. I generali e gli imperatori che si fidavano ciecamente nell’impenetrabilità delle loro mura o nell’invincibilità dei loro eserciti sono solitamente ricordati per le guerre che perdettero.

Vincere la guerra non basta

È cruciale sottolineare che grande importanza risiede non solo nella vittoria di Bitcoin, ma nella sua capacità di conseguirla rapidamente e senza lasciare troppe persone vittime nel crollo del sistema attuale. Se sei interessato ad approfondire, abbiamo parlato di questo punto specifico nel passato. Nella storia, coloro che hanno trascinato guerre prolungate hanno spesso inflitto sofferenze inutili alle popolazioni, rendendo le transizioni dolorose e destabilizzanti. I trasferimenti di potere meno dolorosi sono sempre quelli piu’ veloci.

Ok, quindi cosa possiamo fare?

È importante che la comunità Bitcoin sia consapevole di quanto sarà impervia la strada davanti a noi e che sia preparata alle tante battaglie che ci aspettano.

Ecco alcune azioni che si possono compiere per aiutare Bitcoin a vincere:

  • Educare il pubblico sulle potenzialità di Bitcoin. La maggior parte delle persone non capisce ancora cosa sia Bitcoin o perché è importante. Dobbiamo lavorare per diffondere la conoscenza di Bitcoin e delle problematiche che il sistema attuale presenta.
  • Sviluppare nuove tecnologie e strumenti per rendere Bitcoin più accessibile, privato, e sicuro. Si sta già lavorando molto per poter rendere Bitcoin più facile da usare per tutti e meno vulnerabile agli attacchi. Si pensi banalmente alla BIP324 grazie alla quale i fornitori di internet avranno molta piu’ difficoltà a riconoscere il traffico proveniente da un nodo bitcoin. Ma vi è ancora moltissimo lavoro da fare.
  • Organizzarsi e fare pressione sui governi ove possibile. Una buona parte dei Bitcoiner non ha alcun tipo di fiducia verso governi, politici, e componenti della macchina statale. Ma la realtà è che anche i governi e i gruppi politici hanno spesso un certo livello di decentralizzazione e sono composti da anime contrastanti al loro interno, che possono evitare il conflitto e le azioni ostili. Suggerire interpretazioni costituzionali e proporre leggi che siano allineate ai principi di Bitcoin potrebbe portare risultati meno devastanti che impuntarsi su inamovibili posizioni tout court anti-governative.

La guerra contro Bitcoin è appena iniziata. E sorridere fiduciosi mentre le fabbriche nemiche che producono armi, carri armati, e missili non è mai una buona idea.

Quale miglior modo di concludere l’articolo riportando un post del 2011 di Satoshi in cui risponde in merito alla crescente pressione finanziaria verso Wikipedia, non dicendo “Avanti tutta, Bitcoin e indistruttibile!”, ma cautamente dicendo:

No, non “fateli venire”.

Il progetto deve crescere gradualmente in modo che il software possa essere rafforzato lungo il percorso.

Faccio questo appello a WikiLeaks affinché non cerchi di utilizzare Bitcoin. Bitcoin è una piccola comunità beta agli albori. Non riuscireste a ottenere più di qualche spicciolo e l’attacco che ci portereste in casa probabilmente finirebbe col distruggerci in questa fase.

Pubblicato al blocco 820913

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